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LETTERA AI PARLAMENTARI BERGAMASCHI SULLA CANCELLAZIONE DEL 25 APRILE

Onorevoli deputati e senatori eletti nella circoscrizione di Bergamo.

Nella manovra economica che il Governo ha deliberato, tra i tanti provvedimenti per far fronte ad una crisi fino a ieri negata e che rischia di travolgerci, di accorpare le festività di eccezionale rilievo e valore storico quale il 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno nelle giornate di domenica.

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Bergamo esprime la più viva preoccupazione e contrarietà alla cancellazione di fatto delle feste più simboliche della Repubblica italiana: la festa a ricordo della liberazione e del ritorno alla democrazia,la festa dei lavoratori ( con la Costituzione che sancisce: la Repubblica è fondata sul lavoro) e la festa della Repubblica.

Va detto, in particolare, che, fra le feste ” laiche ” che si vorrebbero spostare, quella del 25 aprile – festa nazionale e dunque di tutti – assume un significato del tutto particolare perché ricorda non solo la liberazione dalla dittatura fascista e dall’invasione nazista, ma anche quelle centinaia di migliaia di cittadini, moltissimi dei quali bergamaschi, che si sono sacrificati per la nostra libertà.
Non possiamo confondere questi significati e questi valori in una giornata festiva qualsiasi, senza che essi perdano gran parte della loro stessa valenza e senza rischiare di offendere la memoria dei nostri caduti.

Le misure in questione sono entrate nel decreto ed ora dovranno essere esaminate, con le altre, in sede parlamentare.

L’ANPI, ovviamente, è consapevole della necessità della pronta adozione di misure anche drastiche, per affrontare la grave crisi che si sta attraversando (non solo in Italia) ed evitare il peggio, convinta che solo misure che rispondano a criteri di equità e ragionevolezza possono essere recepite ed attuate con la necessaria convinzione e il conseguente impegno da parte di tutti.
Ma l’equità non si realizza soltanto sul terreno economico-sociale. Di essa fanno parte anche valori fondamentali, di natura storico – politica, che riguardano l’intera collettività nazionale; prescindere da essi o negarli, significherebbe negare la nostra stessa storia, le origini della nostra libertà e della democrazia e misconoscere lo stesso significato del lavoro, posto giustamente a fondamento della Repubblica.

E’ stato giustamente rilevato, che i francesi non accetterebbero mai di spostare la data del 14 luglio, così come gli americani non prenderebbero neppure in considerazione l’idea di spostare il “giorno dell’indipendenza” o il “giorno del ringraziamento”. E ciò perché è diffusa, in loro, la consapevolezza che la celebrazione di certi avvenimenti costituisce un fattore di integrazione dell’ordinamento statale, la cui sostanziale unità, pur nella diversità delle idee, è nell’interesse generale preservare”.

Mi permetto, perciò, a nome dell’ANPI di Bergamo, di invitare i parlamentari bergamaschi ad una riflessione attenta e serena sulla questione che l’ANPI ha doverosamente sollevato e la cui sostanza confido che potrà essere accolta senza difficoltà. Se così sarà, ne guadagnerà l’intera collettività nazionale, pronta ad affrontare, quando necessario, anche importanti sacrifici, ma nel rispetto della nostra storia e dei valori che devono unirci perché sono alla base della Costituzione e della stessa convivenza democratica.

Ringraziando per l’attenzione, invio i migliori saluti.

Il Presidente del Comitato Provinciale ANPI di Bergamo
Salvo Parigi

  02.09.11 08:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Iniziative, 25 Aprile, Comunicati, Antifascismo, Resistenza, Comitati Provinciali, Novità, Memoria, Lavoro, 1° Maggio, 2 Giugno
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