BERGAMO, DIARIO PARTIGIANO DI MARINO ZETTI: UN QUADRO DA VEDERE
Da qualche giorno, scendendo le scale che portano all’interrato della sede della Cgil di via Garibaldi potete fermarvi a guardare un’opera d’arte che non passa certo inosservata, immediatamente sia per le dimensioni che per i colori, e poi, ad uno sguardo più attento, per il carattere narrativo e alcuni elementi familiari.
Si tratta dell’opera Diario Partigiano che Marino Zetti ha realizzato per la sala del Museo multimediale della Resistenza bergamasca alla Malgalunga.
In attesa della conclusione dei lavori di ristrutturazione dell’ex rifugio partigiano, il quadro fa una tappa nella nostra Cgil e merita una visita. Dichiarando immediatamente il suo debito con Marc Chagall, Marino Zetti ci racconta in un’opera di dimensioni ragguardevoli (circa 2 metri x 1,50 di compensato marino, tecnica mista) episodi della vita partigiana bergamasca, in particolare della 53° Brigata Garibaldi, inseriti in richiami più o meno espliciti all’ambiente e ai luoghi in cui si svolsero quei venti mesi, e ai valori ideali della Resistenza italiana ed europea.
Un’opera di valore civile, verrebbe da dire, ma non solo, come sempre quando ci si trova di fronte alla fantasia artistica delle persone: un racconto popolare, che si sviluppa con i colori più intensi – come il rosso che incendia le stalle o riscalda i partigiani – insieme a quelli più onirici, come l’azzurro che, declinato in diversi toni, ci comunica il sogno di un mondo migliore, al quale senz’altro pensavano quegli uomini sulle montagne.