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RACCOLTA POMODORI - PIEMONTE, RAGGIRATI I MIGRANTI RIDOTTI A SCHIAVI

di M. Rav.
La situazione sembrava ritornata alla normalità. Ma è stata solo la pausa di un’apparenza. I braccianti marocchini di Castelnuovo Scrivia sono di nuovo in lotta per difendere il loro lavoro e ribellarsi contro un trattamento da schiavi (fino a giugno, 12 ore al giorno sotto il sole cocente senza paghe da mesi). La triste novità degli ultimi giorni è una guerra tra gli ultimi (non per colpa loro) nei campi di pomodori, tra lavoratori sfruttati di diverse nazionalità. Non siamo a Rosarno in Calabria, né in Puglia; succede in Piemonte, in provincia di Alessandria, vicino a Tortona.

Il 5 luglio viene siglato un accordo, per ripristinare i diritti minimi dei lavoratori (250 euro di acconto, regolarizzazione di quelli in nero), da Flai e Cgil di Alessandria e la Cia, che rappresenta l’azienda Bruno e Mauro Lazzaro, dove sono impiegati i 39 braccianti marocchini scesi in strada dal 23 giugno per chiedere arretrati e contratti. Solo 18 di loro impiegati regolari e 27 con permesso di soggiorno. «Ma con un colpo di scena - spiega Anna Poggio, segretaria provinciale Flai Cgil -, venerdì scorso l’azienda ha fatto arrivare da Brescia una cooperativa di cui non si sa nulla, poiché non c’è stata alcuna comunicazione ai sindacati, per effettuare la raccolta di pomodori».

Così, sono giunti nei campi con un pulmino 13 lavoratori indiani, partiti da Brescia alle 4 del mattino. «La situazione - spiega ancora il Flai - diventa paradossale: marocchini contro indiani. Anche perché la proprietà ha deciso nelle giornate di sabato e domenica di lasciare a casa i primi, alimentando la contrapposizione tra lavoratori in condizioni di debolezza». Sottolinea Poggio: «È grave che Lazzaro non abbia mantenuto l’accordo ma raggirato le norme».

Nel week-end è salita la tensione tra i due gruppi, tanto da dove far intervenire le forze dell’ordine. Antonio Olivieri, sindacalista Filcams e presidente dell’associazione «Verso il Kurdistan», che segue da tempo la vicenda, era presente: «Sabato mattina i lavoratori marocchini sono entrati nel campo e hanno fatto una catena umana rallentando il lavoro degli altri. Abbiamo partecipato alla manifestazione insieme ad altre associazioni. Una donna marocchina ha ricevuto gomitata in pancia da un indiano. Altri si sono sentiti male. È la prima vicenda di lavoratori migrati ridotti a schiavi che avviene al Nord». Sui fatti sta indagando il procuratore Raffaele Guariniello, questa mattina ci sarà un tavolo in Prefettura ad Alessandria.

Articolo pubblicato sul quotidiano “il manifesto” in data 25 Luglio 2012

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