MILANO, “IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN”
Giovedì 6 giugno 2013 ore 21.00 alla CGIL Salone Di Vittorio - Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano Vi invitiamo a partecipare alla proiezione del film “IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN” di Laura Halilowich - Italia – 2009 – terzo appuntamento della V° edizione della rassegna di film “HO INCONTRATO ZINGARI FELICI”, organizzata dall’Associazione La Conta in collaborazione con l’Associazione “Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti”, Associazione “ApertaMente di Buccinasco” e la Redazione di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano, che ci sarà, con ingresso ad offerta libera
Presentano la serata
• Frances Oliver Catania, studiosa,
• Ernesto Rossi - Associazione “Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti” e Associazione “ApertaMente di Buccinasco” – Milano
• Fabrizio Casavola della Redazione di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano,
che parleranno, oltre che del film, anche delle condizioni di vita dei Rom e dei Sinti nella nostra città e non solo.
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen” di Laura Halilowich – Italia - 2009 – E’ la storia di una ragazza Rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino. Il racconto in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita stanziale, le relazioni con i parenti che ancora vivono nomadi, i contrasti e le incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con gli altri, i Gagè. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l’anziana nonna che ancora vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che ha documentato negli anni la vita quotidiana della piccola comunità, scopriamo una realtà sconosciuta che fino ad oggi abbiamo voluto conoscere solo attraverso gli stereotipi e i luoghi comuni. Ma il film non è soltanto la storia di una famiglia, di fatto chi parla è una ragazza di oggi che cresce inseguendo i propri sogni di adolescente, combattendo contro i pregiudizi e le tradizioni di una cultura difficile da accettare.