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LE EREDITA’ DI VITTORIA GIUNTI

Gaetano Alessi, autore del bellissimo libro su Vittoria Giunti, partigiana e prima sindaca donna di Sicilia.

 

Sapete, quando uno è abituato a conquistarsi ogni piccolo centimetro della vita, tutto sembra utopistico e difficile. E quando è iniziato questo viaggio non avrei creduto che sarebbe arrivato così lontano. E invece, nel 2009, dopo tante delusioni, tanti no, troppi silenzi, ecco che Roberto Olivieri trasforma in realtà quello che sembrava poter essere solo un sogno.

La storia della partigiana Vittoria Giunti, così come lei ce l’aveva raccontata, prende forma in un libro. Giorgio Santelli di Articolo21 ne firma un’introduzione memorabile. Da Raffadali Paolo Vizzì, tramite Irene Di Benedetto, riporta alla luce le foto di Vittoria. Ester Vedova e Daniela Di Benedetto dipingono con le lettere il senso di un lavoro di memoria.

Esce la prima edizione in settecento copie. Il mantenimento di una promessa ad una “Rivoluzionaria gentile” che ci aveva regalato tanto. Di quella edizione io non scelsi nulla. Fece tutto Olivieri, dalla grafica al formato e ne cambiò anche il titolo: dal mio “Vittoria” alle “Eredità di Vittoria Giunti". Disse “la vostra storia è nei suoi racconti, tutta lì, basta saperla leggere". Aveva ragione Roberto e quel libro è stato un seme che immediatamente è andato crescendo. Un piccolo volume, senza pretesa né di saggio storico né di opera letteraria, un semplice “atto d’amore” che credevo sarebbe rimasto circoscritto al territorio d’origine, da regalare a Biblioteche, scuole, comuni, enti, per fare in modo che la storia del primo sindaco donna della Sicilia non fosse dimenticata.

Mi sbagliavo.

Dal giorno dell’uscita il tam tam in rete ha fatto in modo che una pioggia di richieste arrivasse da tutta Italia e complici tre presentazioni a Raffadali, Santa Elisabetta e Agrigento in meno di tre mesi il libro era già esaurito. Che fare allora? Senza un euro e con la chiara scelta di non sottrarre nemmeno un centesimo al cartaceo di AdESt, fermi nell’idea che il volume dovesse rimanere gratuito, chiedemmo ai nostri lettori di “adottare” il libro.

La risposta fu straordinaria e con una buona parte della “quattordicesima” nacque, anche grazie all’aiuto di Giacomo Di Benedetto, la seconda edizione: mille copie, era il maggio del 2010. Il libro graficamente restava lo stesso ed anche il contenuto. Non era cambiato nulla, Cuffaro era in senato e noi ancora sulle barricate.

Poi s’inserisce il fattore fortuna.

Un’amicizia, nata sull’onda di un pezzo scritto su invito di Roberto Morrione per Articolo21, “Il potente ed i ragazzi", ci unisce con Gianluca Floridia e un’iniziativa nata per caso a Sant’Agata sul Santerno (in realtà sostituivo al volo Luciano Mirone) apre le porte alla collaborazione con la Rete NoName di Bologna, lo Zuccherificio di Ravenna e da li a poco con l’associazione Sui Generis di Parma grazie a Francesca Mastracci cui ci legavano trascorsi radiofonici. Questo insieme di intelligenze che si univano ha creato le basi per quella “piccola magia” che si è trasformata nel “viaggio di Vittoria". La storia di una “Resistenza” lunga sessant’anni, dal nazi-fascismo, alla lotta contro il feudo e per l’emancipazione femminile nella Sicilia degli anni ‘50 e, quarant’ anni dopo, l’ultima battaglia contro il cuffarismo, al fianco dei ragazzi di AdEst.

Una storia che ha girato, come il vento, l’Italia nel corso di ventiquattro presentazioni. Ed in ogni luogo l’unione dei ragazzi di AdEst e della partigiana ha creato nuovo entusiasmo, nuova speranza, nuova solidarietà e nuove amicizie.

Siamo nel 2011 e come ogni storia prima o poi giunge all’epilogo. La nostra nemesi, l’uomo con cui ci siamo battuti per anni è stato sconfitto: Salvatore Cuffaro è entrato in una cella di Rebibbia il 22 gennaio con una condanna per mafia e ci resterà per più di un lustro. Vittoria Giunti, scomparsa nel 2006, ha vinto anche la sua terza “Resistenza", la sua forza, i suoi ideali hanno camminato sulle nostre gambe.

Gambe grezze, da contadini, ma resistenti e costanti che ci hanno portato a Palazzolo Acreide a ritirare il premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava” 2011. Poi lungo la penisola, tra scuole, comunità, centri sociali ed atrii comunali a raccontare di una parabola umana che non ha mai fine, perché si basa sui valori dell’etica e della “legalità morale” che spesso va in contrasto con quella “legalità sostanziale” fatta di leggi indegne in cui si annidano politici corrotti, mafiosi e indifferenti.

Continua il “viaggio di Vittoria” ma i libri finiscono e ci ritroviamo nuovamente a chiederci “che fare?". Un’ultima edizione dunque, altre mille copie per coprire le già sette presentazioni in cantiere e per donare a quelle meravigliose “case della memoria” che sono le biblioteche la straordinarietà di una storia normale.

Un’altra richiesta di “adozione” ai nostri lettori, che sono certo non ci abbandoneranno. Ma il formato cambia, perché questa storia, come la nostra vita, è in continuo mutamento. Lungo la strada, nel corso degli ultimi tre anni, abbiamo raccolto materiale, ritrovato nastri e filmati, sentito testimonianze. Da uomini che sono sempre stati dalla parte degli sconfitti, con la certezza che non era la parte sbagliata, ci siamo ritrovati dalla parte dei “vincitori", con Cuffaro in carcere e noi più liberi. Quindi con un’altra storia da raccontare, perché tra “Le eredità” che Vittoria Giunti ha lasciato AdEst ne è una piccola, ma rumorosa, parte. Un frammento della storia del giornale della stella solitaria da incastonare in coda al volume per sancire la fine di una fase storica, la fine della nostra “resistenza", la fine di un libro.

Quello che oggi mi ritrovo tra le mani è il volume che sognavo già nel 2003 quando Vittoria ci rilasciò la prima intervista. Credo che all’epoca nessuno avrebbe scommesso un centesimo, tanto era potente la macchina dei Cuffaro, che saremmo sopravvissuti otto anni, che avremmo editato 51 numeri del giornale e che addirittura ci sarebbe stato un “lieto fine". Perché otto anni nel cono della “mafiosità” sono tanti e lasciano ferite profonde nell’anima di chi li vive. Ma alla fine questo è un “viaggio” di speranza ed amicizia senza confini. Questo libro, come la storia di Vittoria, è la dimostrazione che se si ha coraggio, forza di stare insieme, qualche buona idea e la schiena dritta, non c’è potente al mondo che non possa essere battuto. E sono convinto che questa storia continuerà a camminare, come un atto d’amore per l’Italia che “Resiste", perché nasce da rabbia e fatica, polvere e sangue, solidarietà e passione, e questo la rende eterna.

Per avere una copia del libro, per organizzare una presentazione, per sostenere AdEst scrivi a: adest1@libero.it

Per maggiori informazioni:

gaetanoalessi@libero.it

http://gaetanoalessi.blogspot.it/

http://www.informarexresistere.fr/2011/07/03/le-eredita-di-vittoria-giunti-nuova-edizione/

 

  28.07.14 10:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Commenti e dibattiti, Antifascismo, Resistenza, Novità, Memoria, Pubblicazioni, Cultura
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