Nel tempo storico che gli fu dato di vivere non c’erano zingari o italiani di religione ebraica da salvare dall’olocausto e dalla furia omicida dei fascisti con le loro leggi razziali e I campi di sterminio dei loro alleati tedeschi.

Eppure è certo che nel suo tempo Giuseppe Gozzini fu un “giusto", una di quelle persone (almeno 36 contemporaneamente sulla faccia della terra secondo il Talmud altrimenti prevale il male) che si comportano sempre secondo coscienza giustizia e dignità.

Perchè Giuseppe Gozzini non fu solamente tra i primi obiettori di coscienza al servizio militare e a finire in carcere per rispetto alle sue convinzioni religiose di cattolico.

Amico di Giuseppe Pinelli, ucciso innocente nei locali della questura di via Fatebenefratelli di Milano, cercò di difenderne, se non la vita, almeno la memoria con numerose lettere inviate ai giornali, in cui li invitava accoratamente a “restituirgli (nello loro cronache) il suo “vero” Giuseppe Pinelli".

Lo ricordiamo domenica 14 dicembre ore 17,00 nel Salone di Via Hermada 8 - Milano/Niguarda, come si ricordano le persone che hanno lasciato un segno di bene a coloro che sono venuti dopo, con la presentazione del volume “Non complice. Storia di un obiettore".

Insieme a noi ci saranno il curatore del volume Piero Scaramucci, la figlia Letizia e le figlie del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, Claudia e Silvia che non hanno mai dimenticato il gesto dell’amico di Pino.

Infine le letture di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa e l’invito di Roberto Cenati - Presidente Provinciale ANPI - a non dimenticare. MAI.