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ANPI INVERUNO VOTA NO!

Carissimi,

tra pochi giorni saremo chiamati ad esprimerci sulla revisione della Costituzione approvata a maggioranza dal parlamento, su iniziativa governativa.

E’ noto che ANPI è schierata per il No e le ragioni sono state ampiamente e più volte spiegate.

Quindi, non entreremo nel merito della revisione, che consideriamo pessima, e non parleremo del metodo con cui è stata fatta, che consideriamo sbagliato visto le tante e continue forzature di qualsiasi regola e norma.

Il nostro ultimo appello al No lo facciamo proponendo una riflessione.

Il 4 dicembre non si vota su una legge ordinaria che si può sempre cambiare in pochi giorni, ma si vota su una nuova Costituzione destinata a durare decenni, difficile da modificare se non funziona.

La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, è la legge che detta i principi e le regole del vivere civile ed è al di sopra di qualsiasi governo.

I governi passano, la Costituzione resta!

E’ Renzi che, sbagliando, ha legato la riforma alla sorte del suo governo.

Indipendentemente da cosa succederà dopo il voto, comunque il governo “scadrà” nella primavera 2018 perché ci saranno le elezioni politiche.

Chi verrà dopo?

La Costituzione è stata concepita in un periodo storico particolare, che veniva dopo 20 anni di dittatura fascista, così i nostri padri costituenti scrissero le regole pensando al peggio, creando una serie di pesi e contrappesi tra i vari poteri dello Stato per fare in modo che nessuno mai più potesse prendersi tutto il potere, in modo da evitare che il fascismo potesse tornare.

Questa Costituzione ci ha garantito democrazia anche con Berlusconi e Bossi al governo, anche nei momenti bui del terrorismo e della P2.

Nel corso degli anni ha subito numerose modifiche, ma ora siamo di fronte ad una revisione che modifica profondamente l’architettura dello Stato e la Costituzione che uscirà, nel caso la revisione venisse approvata, sarà un’altra Costituzione rispetto a quella del 1948: adesso si vogliono cambiare quelle regole scritte allora pensando al peggio.

I pericoli autoritari non vanno misurati sull’oggi, che tutti conosciamo, ma sul domani, che ci è ignoto perché non sappiamo cosa ci riserva l’avvenire.

Basta immaginare cosa avrebbe combinato un Berlusconi 22 anni fa se avessimo votato con l’Italicum e al posto della Costituzione del 1948 avessimo già avuto quella “nuova".

La domanda da porsi è: siccome siamo dei produttori industriali di mostri, siamo certi che la nuova Carta, incrociata con l’Italicum, impedirà a uno qualunque di essi di andare al governo e prendere il potere?

Molti temono che al potere possa andare Salvini o Grillo o qualche altro Trump nostrano al momento sconosciuto, ma proprio tale paura dovrebbe generare prudenza nel cambiare le regole che hanno garantito democrazia per 70 anni.

Altri obbiettano che comunque la prima parte della Costituzione non viene toccata.

E’ vero, ma la prima parte dipende fortemente dalla seconda.

La prima parte non è mai stata applicata integralmente (quanti articoli oggi sono violati o inapplicati?) ed un vero governo riformista avrebbe dovuto agire per darle piena applicazione, non per riformare la seconda.

Chiudiamo riportando sotto un passaggio del “manifesto dei Valori” del Partito Democratico, che condividiamo pienamente.

Poi, se qualcuno agisce diversamente da quello che scrive, dai propri valori se ne assumerà la responsabilità (anche se in Italia mai nessuno si assume le responsabilità di quello che fa, la colpa è sempre di qualcun altro) davanti alla storia ed alle generazioni future.

Abbiamo voluto scrivere l’ultima volta prima del voto perché vogliamo fino all’ultimo agire perché ognuno sia consapevole che in gioco ci sono le regole fondamentali della democrazia.

Detto questo, poi, ognuno voti come meglio ritiene opportuno, ma sia consapevole e si senta responsabile di quello che fa.

Cordialmente,

ANPI Inveruno

 

“manifesto dei Valori” del Partito Democratico

punto 3 (Nel solco della Costituzione: etica pubblica e laicità):

La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercè della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006.

 

  02.12.16 17:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Attività in Lombardia, Commenti e dibattiti, Comunicati, Sezioni, Costituzione, Novità, Memoria, Cultura
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