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ERMINIO LISSI - PARTIGIANO COMBATTENTE, CI HA LASCIATO

ERMINIO LISSI - PARTIGIANO COMBATTENTE, CI HA LASCIATO

TRISTISSIMO LUTTO ALL’ANPI DI COMO

Si è spento serenamente questa notte, all’età di 97 anni, Erminio Lissi, partigiano combattente. Nato a Rebbio nel 1921 Erminio ha combattuto come partigiano con la Brigata Garibaldi della Val Maira ed era fratello dell’eroico Alfonso Lissi, commissario politico della 52a Garibaldi, morto nella battaglia di Lenno il 3 ottobre 1944. Grandissimo il contributo che la famiglia Lissi ha dato alla Resistenza e alla democrazia nel nostro Paese.

Sinceramente addolorati, tutti i rappresentanti del direttivo provinciale si stringono alla moglie, alle figlie Grazia e Patrizia, alla famiglia tutta.

 

Per chi desidera portare l’ultimo saluto al partigiano Erminio Lissi, il funerale sarà sabato 8 settembre alle ore 11,00 nella chiesa parrocchiale di Rebbio.

 

 

Pubblichiamo il discorso del presidente dell’Anpi Provinciale Guglielmo Invernizzi ai funerali di Erminio Lissi.

«Cittadine e cittadini, autorità religiose e civili, a nome dell’Anpi porgo un sentito ringraziamento a tutte e tutti per la vostra numerosa presenza qui, oggi, a ricordare una persona speciale.

Erminio Lissi era nato a Como nel 1921 ed era cresciuto in una famiglia antifascista (il fratello, Alfonso Lissi, morì durante la lotta di Resistenza nella battaglia di Lenno nel 1944); dopo l’8 settembre militò nella 104ma Brigata Garibaldi / 11ma divisione nella Val Maira.

Chi ha potuto conoscere partigiane e partigiani, come molti della mia generazione, e ha potuto ascoltare i loro racconti e, a volte, godere della loro amicizia, ritengo abbia il dovere di trasmettere sensazioni e desideri, insieme a valori e ideali di coloro che hanno combattuto nella Resistenza. Valori e ideali che costoro hanno saputo portare con sé fino al sacrificio, a volte, della propria vita.

Oggi ricordiamo la figura di uno dei tanti giovani che scelsero la clandestinità e la lotta armata per riportare la libertà e la democrazia nel nostro Paese, costretto allora da un ventennio di sopraffazioni. Erminio era un partigiano di formazione cattolica, che in nome di un ideale comune combatté a fianco di persone di altro credo. La Resistenza, nonostante quello che ci vorrebbero far credere oggi, non fu una guerra di parte, ma seppe unire credi diversi in nome della Libertà.

Il fascismo fu un male che venne estirpato dalle persone come Erminio. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. Oltre alle migliaia di partigiani e oppositori del regime, morti, incarcerati o torturati o nella migliore delle ipotesi mandati al confino politico, è doveroso ricordare anche tutti quei militari di leva mandati a morire per le mire espansionistiche di un regime che non voleva essere da meno delle altre potenze colonialiste.

Per questo sono gravi e vanno combattute le troppe acquiescenze, implicite o esplicite o – peggio – le alleanze politiche che si costruiscono con forze che si ispirano direttamente al fascismo. “Un popolo che non ha memoria è un popolo senza futuro» ha scritto lo scrittore e antifascista cileno Luis Sepúlveda.

Coloro che hanno combattuto nella Resistenza hanno assicurato un futuro migliore alle generazioni successive, e da allora sono passati 75 anni. I giovani e le giovani di oggi dovranno costruirselo, invece, un futuro migliore, perché gli uomini e le donne della mia generazione non hanno saputo garantirglielo.

Dobbiamo riprendere l’insegnamento avuto da questi combattenti, dai martiri, dalle donne e dagli uomini che hanno liberato l’Italia e ci hanno lasciato la nostra preziosa Costituzione. Loro sono stati i veri padri.

Gli ideali di coloro che ebbero il coraggio di opporsi al fascismo sono stati riversati nella Costituzione, certo il maggio lascito della guerra partigiana.

La memoria è quel filo invisibile ma tenacissimo che tiene unite le comunità.

La storia di un popolo non è solo un susseguirsi di date, di vittorie o di sconfitte: è innanzi tutto il racconto di un’identità fatta di cultura, di sensibilità, di simboli. Ci sono stati popoli che hanno subito tragiche diaspore, ma solo quelli che hanno saputo conservare la memoria di sé sono riusciti a non perdere la speranza di un riscatto.

Quando l’ANPI insiste nella difesa della memoria non lo fa solo per conservare quel patrimonio ideale che ha portato l’Italia a sconfiggere il nazifascismo avviando una nuova stagione di libertà, ma per garantire alle generazioni future pace e democrazia.

Ciao, Erminio, che il tuo esempio ci sia d’insegnamento.»

 

 

 

 

  08.09.18 09:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Attività in Lombardia, Comunicati, Antifascismo, Resistenza, Comitati Provinciali, Sezioni, Novità, Memoria, Testimonianze, Cultura
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