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LOMBARDIA - LAURA WRONOWSKI: "A 97 ANNI ASPETTO ANCORA LA CHIAMATA PER IL VACCINO”

LOMBARDIA - LAURA WRONOWSKI: "A 97 ANNI ASPETTO ANCORA LA CHIAMATA PER IL VACCINO”

La partigiana Laura Wronowski: "A 97 anni aspetto ancora la chiamata per il vaccino senza neanche un messaggio di scuse"

 

Laura Wronowski, 97 anni, partigiana e Ambrogino d'Oro di Milano, come si è prenotata per il vaccino?

"Sì certo, il 19 febbraio ho fatto prenotare dal mio medico di base, seguendo la procedura prevista, la vaccinazione domiciliare. Ma sul cellulare di mio figlio non è arrivato alcun messaggio, e neppure le scuse che alcuni altri anziani hanno ricevuto dalla Regione per il ritardo nella chiamata".

 

Come sta? Come passa le sue giornate? E' molto tempo che deve stare chiusa in casa per evitare di contagiarsi. Le pesa?

"Sto bene, compatibilmente con la mia età. Dall'ottobre scorso sono chiusa in casa, e mi mancano i due passi fino al panettiere e al minimarket sotto casa. Ma mio figlio è stato inflessibile: dalla seconda ondata in poi, niente uscite!".

 

Gli anziani stanno pagando un pezzo pesantissimo in questa epidemia e le vaccinazioni vanno a rilento, nonostante tutte le promesse.

"Abbiamo combattuto da partigiani per una Costituzione che garantisce il diritto alla salute. Anzi, il testo parla di fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. E mai come in questo caso c'è stata perfetta coincidenza tra singoli e comunità, visto che tutelando se stesso ciascuno protegge anche gli altri, e viceversa. Si dice: "ma è stata una guerra contro qualcosa di imprevedibile". Però tutte le guerre cominciano all'improvviso, e se uno Stato è preparato a combatterle, non si lascia sorprendere dal nemico".

 

Se potesse parlare con il presidente Fontana o con l'assessora Moratti e Bertolaso, cosa direbbe loro?

"Cosa vuole che dica? Sono i fatti che parlano. Io ho 97 anni e, seguendo un elementare principio aritmetico, sarei dovuta essere fra i primi vaccinati. Visto che si è detto "cominciamo dagli anziani". Una bella scelta umanitaria, che però è stata contraddetta dai fatti, come spesso accade in Italia".

 

E' delusa?

"Mi pare che il nostro sistema sanitario sia stato travolto, in particolare in Lombardia. Evidentemente, la nostra struttura sanitaria pubblica era stata indebolita da molto tempo, anche perché la salute è stata considerata un business, mentre secondo me dovrebbe essere al di sopra della logica di mercato".

 

Come mai succede questo secondo lei, nella regione più avanzata del Paese?

"Io penso che il principale responsabile sia la burocrazia: regionale o statale, è ormai un potere fuori controllo, autoreferenziale, arretrato, che tiranneggia i cittadini, ma anche gli stessi politici. Quindi, anche se vengono emanati dei provvedimenti ragionevoli, la loro applicazione concreta resta in mano alle strutture burocratiche, che seguono le loro logiche interne, che quasi mai coincidono con l'interesse della Legge e dei cittadini, ossia con l'interesse generale".

 

Quando sarà vaccinata, tornerà ad uscire per fare due passi?

"Certo, ma perderò sicuramente la vista delle prime fioriture primaverili nei giardini della mia zona, visto il ritardo nella vaccinazione".

 

Cosa pensa di questo anno che abbiamo lasciato alle spalle, con tante vittime, tanti ammalati?

"Mi ha addolorato che tanti miei coetanei ci abbiano lasciato, sono pezzi di memoria che si perdono per sempre. E mi ha amareggiato molto vedere come, al di là dei limiti e degli errori di chi governa ad ogni livello, gli italiani non abbiano dimostrato tenuta interiore. Dopo la prima fase di rigore, che ci ha fatto ammirare da tutto il mondo, si è dissipato tutto il vantaggio accumulato, abbandonandosi a comportamenti rilassati e autolesionisti".

 

  20.03.21 13:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Commenti e dibattiti, Novità, Memoria, Testimonianze, Pubblicazioni, Cultura
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