Menu:

galleria fotografica

GALLERIA
FOTOGRAFICA


       


   Piero Merlini ("Moro")

 

Nato a Montebello della Battaglia (PV)
il 12 febbraio 1923.
Ricordare l’esperienza partigiana di Piero Merlini,
nome di battaglia "Moro", significa ripercorrere larga
parte della storia della Resistenza nell’Oltrepo
Pavese
.
La scelta di Piero Merlini avviene, come tanti altri,
dopo l’8 settembre 1943, quando poco più che
ventenne rientra dalla Jugoslavia (era sottufficiale
all’autocentro di Zara).
L’adesione al Partito Comunista Italiano è anche il
frutto di una lunga tradizione antifascista
della famiglia, che risiede a Montebello, frazione
Sgarbina
: un punto di riferimento sicuro per chi
voleva sottrarsi ai bandi della RSI ed un luogo di
confronto sul "che fare" che vede Piero Merlini
discutere con Carlo Barbieri (che diventerà il
comandante Ciro) e altri giovani, tra i quali
Pietro Rinaldi che cadrà ucciso dalla brigata nera
nel gennaio ’45.

I primi passi del nascente movimento partigiano
lo vedono partecipare al gruppo composto da
Domenico Mezzadra ( il leggendario comandante
"Americano" ), Carlo Lombardi ( "Remo" ), Emilio
Rizzardi
( "Otto" ), Orfeo Fiaccadori ( "Tarzan" )
e Carlo Allegro ( "Tom" ) che nel maggio ’44, nell’area del monte Chiappo, formerà la brigata "Capettini".
Un incontro che lo porterà a diventare con "Tom", "l’ombra" del comandante "Americano".
I tre uomini saranno protagonisti di numerose azioni lungo la via Emilia e nei centri abitati
per procurare armi e rifornimenti; famoso resta l’assalto del luglio ’44, in pieno giorno,
alla "Casa del fascio" di Broni che viene saccheggiata.
Seguono gli scontri in montagna, la vittoriosa battaglia dell’Aronchio, con "Americano" ferito,
le lunghe fasi della ricostruzione delle formazioni dopo il primo rastrellamento estivo e poi il
freddo, la fame, la spietata caccia all’uomo da parte dei nazifascisti nel drammatico periodo del rastrellamento invernale ’44, sempre al fianco di "Americano" e "Tom".
Anche nel gennaio ’45 quando nel corso di una imboscata "Moro" si salva all’ultimo minuto
con il suo comandante, mentre "Tom" viene catturato ( sarà "scambiato" in seguito
con altri prigionieri ).

La fase più buia è ormai alle spalle e la primavera vede la discesa delle formazioni partigiane
prima a Voghera, poi Pavia e Milano. Una lunga colonna di mezzi di ogni tipo.
Come ricorda Paolo Murialdi nel suo libro "La traversata":

“… il cielo è azzurro. In testa vanno la moto con il sidecar con Gim e Ciro e la Volkswagen
del Comando. Guida il Moro, ci sono Riccardo e Piero e sul sedile dietro Codardo, Albero
e io in mezzo…“.


"Moro" entrerà a Milano con i partigiani dell’Oltrepo, i primi ad arrivare nel capoluogo
lombardo il 27 aprile
, con i cecchini che colpiscono ancora, le scuole di viale Romagna,
la folla di piazzale Loreto. Così Piero Merlini ricorderà quei momenti in una intervista di molti
anni dopo :

“Di certo, però, quello che rimane nella memoria di quei giorni è un grande senso di
"liberazione": uomini e donne che inneggiavano alla libertà, ti salutavano, volevano
conoscerti e sapere, offrivano quello che avevano. Momenti indimenticabili che ancora
oggi, nonostante le amarezze per quello che è successo dopo, mi riempiono di orgoglio
per quello che abbiamo fatto”.


Nel dopoguerra, per lunghi anni Piero Merlini sarà Presidente della sezione vogherese
dell’ANPI.
Muore a Montebello della Battaglia il 14 gennaio 2008.

Torna alle Biografie