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   L’ANPI Voghera commenta

Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita sociale e culturale nazionale ed iriense.

 

- 16 Maggio 2012 -

Costituzione: attacco al cuore




In questi giorni, coperta da un incredibile silenzio da parte degli organi di informazione, presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato è in corso la discussione sul disegno di legge n. 3252 (che ha unificato i numerosi disegni di legge presentati dal 2008 ad oggi), presentato dal senatore Vizzini, su una serie di modifiche costituzionali. In questa scheda sintetica si mette a confronto gli articoli vigenti e le proposte di modifica.

Siamo preoccupati. Non solo perché a distanza di sei anni dalla faticosa vittoria del 2006, contro il tentativo di smantellare la nostra Carta, sembrano riproporsi ancora gli stessi punti bocciati nel referendum, ma perché in una fase di grave crisi economica e sociale, con un evidente distacco tra cittadini e forze politiche e con un concreto problema di rappresentatività da parte dell’attuale Parlamento, si riapre per l’ennesima volta una procedura di modifica di aspetti rilevanti della nostra Costituzione.

Come ben scrive, esprimendo la sua profonda preoccupazione, Gianni Ferrara, nell’editoriale apparso sul sito Costituzionalismo.it il 10 Maggio 2012,
«Non da altro, non da artifizi di ingegneria istituzionale più o meno reclamizzati deriva quindi il rendimento di un sistema di governo. Scambiare lo strumento per obiettivo è deleterio. […] Insistere sulla stabilità senza rappresentanza o con rappresentanza degli interessi del solo leader di maggioranza distruggerebbe irrimediabilmente la democrazia italiana».

Galvanizzati dalla riforma dell’art. 81 che ha inserito il principio del pareggio di bilancio in Costituzione, approvata con una maggioranza bulgara (negando anche il possibile ricorso al referendum) nell’indifferenza generale dei media (e non solo), i gruppi parlamentari dei maggiori partiti, approfittando come alibi della crisi economico-finanziaria in corso, stanno tentando di modificare in maniera incisiva l’intero assetto dei poteri istituzionali.

Ma, come si domanda Gaetano Azzariti nel pezzo Non toccate la Costituzione ("il manifesto" - 15.05.2012), queste formazioni politiche che sono di per sé già «palesemente inadeguate a svolgere l’ordinaria attività d’indirizzo politico» quali «prospettive costituzionali possono garantire?».
Per rendere efficace il "sistema Italia" si dovrebbe invece dare finalmente piena attuazione alla Carta costituzionale non a modificarla. È la tesi di Raniero La Valle nella sua presa di posizione dal titolo Dove va la Repubblica ( pubblicata sul sito dei Comitati Dossetti l’8 Maggio 2012). Il Presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione afferma che una giusta strategia contro la crisi sia quella di «rimuovere gli ostacoli e rendere effettivi i diritti, garantire, tutelare, promuovere, agevolare, proteggere, cioè compiere quelle azioni che corrispondono a tutti i verbi con cui nella Costituzione sono definiti i suoi compiti».

Invece ci troviamo davanti a riforme costituzionali che, prendendo a prestito le parole di Lorenza Carlassare, tendono a provocare «la progressiva mortificazione del Parlamento […] ed il rafforzamento del Governo liberandolo da ogni impaccio costituzionale, mortificando la rappresentanza e gli elettori» Riformare le coscienze non la Costituzione ( dal sito di Libertà e Giustizia 27.04.2012).

Siamo di fronte alla solita ideologica retorica della governabilità, mentre ci si scorda della regola aurea che dovrebbe presiedere ogni tentativo di rendere efficace la nostra forma di governo ed è l’equilibrio tra poteri (che vale a distinguere una forma di governo democratica da una dispotica).

Per rendere poi "appetibile" e popolare presso i cittadini questa riforma si intende diminuire il numero dei parlamentari. È però una riduzione irrisoria in quanto si passerebbe da 630 a 508 deputati mentre i senatori elettivi sarebbero 254 anziché 315. Non sembra inutile ricordare che il Senato degli Stati Uniti è composto da cento senatori, due per ogni Stato membro della federazione.

Sono purtroppo ben riposti i dubbi e gli allarmi del comunicato dell’Associazione "Libertà e Giustizia" dall’eloquente titolo La Costituzione degli sherpa (27 Aprile 2012). Dunque è per questo che bisogna incominciare ad informare, a divulgare, a coinvolgere l’opinione pubblica, a far parlare e a confrontarci con questo maldestro tentativo di modificare gli equilibri costituzionali ed istituzionali.
Comunque deve essere ben chiaro a tutti:

Giù la mani dalla nostra Costituzione!