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   Foibe ed esodo

Divisa in due periodi,
con una prima fase che si sviluppò
nell’autunno del 1943 e quella successiva,
che prese corpo tra la primavera e l’estate
del 1945
, si assiste alla tragedia delle
"foibe" ed all’"esodo" della popolazione
giuliano-dalmata.
Per dissipare la pratica (esercitata da
una parte e dall’altra e fomentata dagli accesi
nazionalismi di frontiera) della
storia dimezzata, viene istituita nell’autunno
del 1993 una Commissione mista
italo-slovena
con il compito di far luce sui
"punti nodali" delle vicende avvenute a cavallo
della "frontiera orientale", dai soprusi dei
governi repubblicani e fascisti italiani alle
minoranze slave, dall’occupazione italiana nei
Balcani, per finire con le foibe ed l’esodo
.
Il rapporto finale venne presentato nel luglio 2000. Sulla prima fase (avvenuta dopo
l’8 settembre) la Commissione interpretò la
"caccia al fascista" (che portò all’infoibamenti di circa 500 italiani) come:

«eccidi perpetrati non solo per motivi etnici e sociali, ma anche per colpire in primo luogo
la locale classe dirigente.»


In questa fase si arrivò anche ad uccidere innocenti ed addirittura antifascisti la cui unica
colpa era quella di battersi perché Trieste restasse italiana.
Alla breve parentesi dell’insurrezione popolare e della sanguinosa violenza che l’accompagnò,
fece seguito l’ancor più feroce violenza degli occupanti tedeschi e dei collaborazionisti fascisti
italiani
, che massacrarono 5000 civili e ne fecero deportare 17mila.

Come primo contributo alla vicenda delle foibe vi proponiamo un’intervista
al giornalista e scrittore di Fiume(Rijeka) Giacomo Scotti, tratta
dal sito Osservatorio sui Balcani (il testo è in formato pdf)

La memoria delle foibe in Istria intervista a Giacomo Scotti 36Kb.

 

Sulla più cruenta e sanguinosa fase delle avvenute nella primavera del ’45 questo il commento della Commissione:

«[…] l’occupazione jugoslava
[…] si accompagnò ad un’ondata di
violenze che trovò espressione
nell’arresto di molte migliaia di
persone […], in centinaia di
esecuzioni sommarie
immediate - le cui vittime vennero
in genere gettate nelle "foibe" - e
nella deportazione di un gran
numero di militari e civili, parte dei
quali perì di stenti o venne
liquidata nel corso dei
trasferimenti, nelle carceri e nei
campi di prigionia[…]»

 

Le vittime, tra gli infoibati veri e propri, secondo le stime più recenti, furono
nell’ordine di alcune migliaia.
Per meglio comprendere tali
dinamiche, poniamo all’attenzione dei
lettori un testo dello storico triestino
Raoul Pupo uno dei promotori, alla
fine degli anni Ottanta, degli studi sulla tragedia delle Foibe e dell’Esodo
(il testo è in formato pdf)


Le vittime italiane della frontiera orientale (1920-1963) di Raoul Pupo 81Kb.

 

Questa ondata di violenza, ma soprattutto la firma del trattato di pace del ’47 che ridisegnava
i confini politici della regione orientale incentivò un esodo (in parte anche forzato) di
circa 250mila persone dalla Dalmazia e dall’Istria.
Gli esuli non furono solo italiani, ma si contarono 20mila croati (che scappavano da Tito) ed anche molti cittadini istriani.

Alleghiamo un secondo saggio dello storico triestino
Raoul Pupo sulle stragi jugoslave nel secondo dopoguerra.(il testo è in formato pdf)


Le stragi del secondo dopoguerra nei territori amministrati dall’esercito partigiano jugoslavo di Raoul Pupo 30Kb.

 

Per finire, bisogna prendere in considerazione il capitolo dei deportati italiani nei campi
di internamento jugoslavi.
Al termine del Secondo conflitto mondiale, oltre cinquantamila italiani - ex soldati, reduci dai
lager nazisti, partigiani, deportati dalle zone dell’Istria e della Venezia Giulia
- furono internati
nei campi slavi.
Per alcune migliaia di loro la prigionia
si protrasse per diversi mesi
nel dopoguerra. Internati negli oltre
cinquanta campi sparsi sul territorio
della nuova Jugoslavia "titina",
inquadrati in "battaglioni di lavoratori"
utilizzati nelle opere di ricostruzione,
a centinaia morirono di stenti.

A questo proposito pubblichiamo il
sesto capitolo del saggio di
Costantino Di Sante dal titolo
"Nei campi di Tito. Internati italiani in
Jugoslavia (1943-1960) "
. (il testo è in formato pdf)


La deportazione dalle zone di confine di Costantino Di Sante 70Kb.

 

A titolo di ulteriore approfondimento inseriamo una breve traccia sull’occupazione fascista
nei Balcani, sulle Foibe ( sia del settembre ’43 di quelle del maggio-giugno ’45) e sulle
radici di quella violenza.
Il testo è stato prelevato dal sito dell’ Anpi Roma (il testo è in formato pdf)

 

Le Foibe e la questione di Trieste 27Kb.

 

   Commissione mista storico-culturale italo-slovena

Dal 1993 al 2000 studiosi italiani e sloveni hanno lavorato alla stesura di un testo sulle relazioni tra i due paesi per arrivare ad una storia condivisa.
Il 27 giugno 2000 a Udine i 14 membri della Commissione mista adottavano all’unanimità il Rapporto finale congiunto sulle relazioni italo-slovene (1880-1956). Di seguito il lavoro della Commissione.

 

Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena 716Kb.

 

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