Dopo le espressioni ingiuriose pronunciate dal sindaco Flavio Parmesani il 25 aprile, le prese di posizione delle sezioni ANPI e ANPPIA di Casalpusterlengo (LO) e dei partiti democratici, la polemica non si è calmata. A riassumere e precisare i fatti interviene Ercole Ongaro “Lo sguardo della pietà e della compassione alternativo all’odio e al rancore”.
Non sono ancora placate le polemiche provocate dalle espressioni usate dal sindaco Falvio Parmesani di Casalpusterlengo lo scorso 25 aprile nel corso della commemorazione ufficiale della Liberazione dal nazifascismo: i partigiani casalini marchiati come assassini e stupratori. Un giudizio sommario ed errato per l’approccio generalizzante, inadeguato e offensivo per il contesto in cui è stato pronunciato, volto a denigrare la Resistenza nel suo complesso, ignorandone il valore profondo di rivolta morale, di riscatto nazionale, di pietra angolare della vita democratica dopo l’avventura tragica della guerra voluta dal disegno egemonico del fascismo.
Cosa avvenne a Casalpusterlengo di così efferato da essere l’unico paese del Lodigiano in cui ancora, a 66 anni dagli eventi, il clima politico si arroventa nel commemorare i giorni dell’insurrezione dell’aprile 1945?