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"IL FARO CHE DOMINA PREDAPPIO RIEVOCA MUSSOLINI. NON DEVE ESSERE RIACCESO

La coordinatrice ANPI Emilia Romagna: “Il faro che domina Predappio rievoca Mussolini. Non deve essere riacceso”

24 Febbraio 2017

La dichiarazione di Anna COCCHI, nell’articolo de La Stampa, contro la riaccensione del faro che segnalava il soggiorno del duce in Romagna

 

http://www.lastampa.it/2017/02/24/italia/cronache/la-guerra-sul-faro-di-mussolini-non-riaccendete-quella-ferita-ZB6HRnKlS5d0xxJJCwSGoN/pagina.html

 

IL FARO DEL DUCE NON VA ACCESO

CARLO SMURAGLIA, PRESIDENTE ANPI

Caro Direttore, si è appreso che nella zona di Predappio si vorrebbe riaccendere il faro che segnalava la presenza del «duce» in città. In questa povera Italia piena di guai, c’è chi pensa solo al «turismo» dei nostalgici di Mussolini, del fascismo, del ventennio nero. Questo è particolarmente grave, perché dimostra una carenza di sensibilità politica e democratica che fa paura. Ma ancora di più impressiona il fatto che su questo terreno si muovano alcuni sindaci, che dimenticano di essere parte di una Repubblica che non è solo democratica, ma è anche antifascista, come trasuda da ogni articolo della Costituzione.

Chiunque abbia un po’ di buon senso capisce che il faro mussoliniano, rimasto spento per tanti anni, deve restare spento, perché invece di «ricordare» i lutti che il fascismo ha recato al Paese, finirebbe per esaltarli. Su tutto questo cala poi una «chicca» che muoverebbe al riso se non avesse in sé qualcosa di drammatico. Il sindaco di Predappio, anziché deprecare i nostalgici, se la prende con l’Anpi, dubitando persino sul senso della sua esistenza. È bene che sappia che noi rappresentiamo, orgogliosamente, i combattenti per la libertà, di cui tramandiamo i valori; noi siamo qui a ricordare, anche a questo sindaco, che se è stato democraticamente eletto, è solo perché ci sono stati tanti che hanno combattuto per la sua libertà. Siamo e restiamo un ente morale, con i nostri 124.000 iscritti e 110 Comitati provinciali, dislocati in tutta Italia. Siamo qui, caro Sindaco, anche per consentire a lei e ai suoi figli, se ne ha, di affrontare un futuro libero e democratico. Lascino pure che si vendano i gadget fascisti, che vengano i cortei di gente in camicia nera, che si faccia il museo del fascismo; e poi avremo una piccola repubblica nera, disertata da tutta l’Italia democratica; fino a quando non si capirà che tutto questo sa di un passato che non deve tornare e si deciderà (magari per iniziativa di un sindaco benpensante), di accendere quel faro, una sola volta, in occasione del 25 aprile.

 

LA STAMPA - Pubblicato il 02/03/2017

  26.02.17 19:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Attività in Lombardia, Commenti e dibattiti, Comunicati, Antifascismo, Resistenza, Comitati Provinciali, Novità, Memoria, Neofascismo, Cultura
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