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   Paolo Murialdi


Nato a Genova l’8 settembre 1919.
Si laurea in giurisprudenza, ma non eserciterà mai la
professione avvocatizia . Già negli anni dell’Università, infatti,
comincia a collaborare con i giornali sino a che, nel 1939, non
viene assunto come praticante a Il Secolo XIX.
La sua adesione alla Resistenza avviene “… in un campo di
meliga”
tramite Italo Pietra, suo amico durante le prime
esperienze giornalistiche genovesi e, poi, anni dopo la
Liberazione, al Giorno, dove Murialdi era passato
dal Corriere della sera.
In un suo libro di memorie (“La traversata. Settembre
1943-dicembre 1945”
, edito da Il Mulino, 2001), ha raccontato
la sua esperienza nella Resistenza nelle terre dell’Oltrepo
Pavese.
Nella prefazione Murialdi scrive:

“La mia vicenda comincia a Voghera [&hellip:] Nel ’44 la città
era cupa per la guerra che non finiva, i bombardamenti
che picchiavano duramente, il montare della ferocia nera.
La montagna si stava colorando di rosso: era cominciata
anche nell’Oltrepo la guerra di Liberazione che è stata
anche guerra civile e guerra ideologica. Divento partigiano”
.

Nell’Oltrepo Murialdi, che non adotta nessun nome di battaglia perché, come afferma lui stesso:
“Quì nessuno mi conosce e posso continuare a farmi chiamare Paolo come nella vita”, è
incaricato, per i lunghi mesi dell’occupazione, di mediare tra le varie formazioni partigiane,
di tenere i collegamenti tra queste e di queste con gli Alleati.
Fu lui a convincere i militari cecoslovacchi, che combattevano con i tedeschi, a passare,
armi e bagagli, con i patrioti italiani.
Dopo la guerra diventa un affermato giornalista, storico e scrittore.
A Murialdi si è riconosciuto il merito di essere stato (quando, dal 1974 al 1981, fu presidente
del Sindacato unitario dei giornalisti), tra i principali artefici di quella “Legge di riforma
dell’editoria”
, che ha contribuito al risanamento del settore, al rinnovo tecnologico, alla difesa
dell’occupazione e, soprattutto, a porre limiti alla concentrazione delle testate e a
sviluppare il pluralismo dell’informazione.
Tesoriere, dal 1986 al 1990, della Federazione internazionale dei giornalisti, Murialdi
diventa anche, dal luglio 1993 al luglio 1994,  consigliere di amministrazione della RAI.

Docente di storia del giornalismo e di comunicazione di massa in diverse Università e scuole
di giornalismo, fra cui fra cui anche la Bocconi e Torino, oltre insegnamento, si dedica
alla pubblicazione di diverse opere tra le quali ricordiamo:
"Storia del Giornalismo" (1974), "Come si legge un giornale" (1975), "La stampa del regime
fascista"
(1986), "La stampa italiana dalla Liberazione alla crisi di fine secolo" (1995), tutti
pubblicati da Laterza; e inoltre "Maledetti ’professori’. Diario di un anno alla Rai" (Rizzoli, 1994)
ed "Il giornale" (Il Mulino, 1998).
Escono sempre dalla sua penna la stesura della voce ’Giornali, giornalismo’ delle ultime tre
Appendici dell’Enciclopedia Italiana, e del IV capitolo ’Giornali e giornalismo’ della "Storia di
Milano"
edita sempre dell’Enciclopedia Italiana.
Nel 1976 fonda la rivista Problemi dell’Informazione.
Muore a Milano il 12 giugno 2006 dopo lunga malattia.
Tra le sue ultime volontà, la richiesta che  la sua scomparsa fosse annunciata a funerali
avvenuti.

 

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