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   Beniamino Zucchella ("Carlo")

Nato a Cervesina (Pv) il 30 gennaio 1903.
Garzone sarto, milita nella Gioventù Socialista e nel
1924 aderisce al Partito Comunista.
Nel 1928 si trasferisce a Milano; segnalato per la
sua intensa attività antifascista, in una scheda segnaletica della Questura di Pavia datata 1932
viene definito: “Anarchico comunista da
fermare”
, è costretto ad emigrare
clandestinamente in Francia (il suo nome è iscritto
tra i ricercati in Rubrica di Frontiera) e si stabilisce a
Parigi, dove lavora presso il centro estero del Pci.
Nel dicembre 1936 raggiunge la Spagna e si arruola
nel Battaglione Garibaldi.
Partecipa agli ultimi combattimenti in difesa di
Madrid e viene ferito ad una gamba sul fronte
di Mirabueno.
Dopo la smobilitazione delle Brigate Internazionali
viene internato nel campo di Argelès: riesce a
fuggire nel marzo del ’39 e rientra a Parigi.
Partecipa alla Resistenza francese fino all’ottobre
del 1941
quando, dietro ordine della direzione del Pci, rientra in Italia, consegnandosi
spontaneamente all’arresto presso il posto di frontiera di Bardonecchia.
Condannato a cinque anni di confino a Ventotene, viene liberato il 13 agosto del 1943.
Rientrato a Pavia in qualità di responsabile della federazione comunista clandestina e membro del
CLN pavese è tra i primi organizzatori della Resistenza armata in Oltrepo (con il
nome di Carlo”).
Dopo la Liberazione continua il lavoro politico con l’incarico di segretario della Federazione del
Pci di Pavia, poi  di Monza e quindi come segretario cittadino di Sesto San Giovanni.
Membro della Commissione centrale di controllo del Partito e consigliere comunale a Pavia torna
a dirigere quella federazione nel 1954 fino a quando una grave malattia lo costringe a ritirarsi
per lunghi periodi di cura a Fasano del Garda (BS), dove muore il 20 febbraio 1961.

 

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