L’ANPI Voghera commenta
Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed
episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita
sociale e culturale nazionale ed iriense.
- 26 Maggio 2014 -
Per Andy Rocchelli
"L’ANPI PROVINCIALE DI PAVIA partecipa con commozione al dolore di Elisa Signori e dei
famigliari tutti per la tragica perdita di Andrea Rocchelli, fotoreporter ucciso in Ucraina.
La Presidenza e la Segreteria ANPI Provinciale Pavia"
Per ricordare, con alcune righe, la figura di
Andrea Rocchelli, che studiò al Liceo Taramelli di Pavia,
vi proponiamo una nota apparsa sul
diario pubblico del giornalista e scrittore
Roberto Cotroneo.
Quello che non dovete dimenticare se commemorate Andrea Rocchelli
By Roberto Cotroneo
Ci sono centinaia di Andrea Rocchelli in questo paese. Di cui non si occupa nessuno. Che non contano nulla, che non hanno programmi televisivi, che sono sottopagati, che stanno ai margini, ma sono loro a portare storie e notizie. Centinaia di fotografi e giornalisti che non diventeranno famosi, perché non intervistano un giorno sì e l’altro anche i politici che contano, i banchieri e i finanzieri benemeriti, i potenti di turno. Centinaia di ragazzi giovani che rischiano la vita, ed è normale. Perché se fai l’inviato in luoghi critici rischi la vita. E puoi morire. Come può morire un medico di Médecins Sans Frontières o un funzionario dell’Unicef. Il punto è che adesso sentiremo retoriche di ogni genere sul tragico destino di questo ragazzo di soli 30 anni, ma nessuno dirà che i giovani collaboratori dei giornali, che siano in guerra o facciano i cronisti in una tranquilla città dell’occidente percepiscono da gruppi editoriali quotati in borsa con utili da centinaia di milioni di euro, qualcosa come 5 euro lordi ad articolo, che diventano euro con i giornali più importanti. E spesso sono anche giornali che si professano progressisti e di sinistra. Questa è la vergogna, questa la verità. Rendiamo omaggio a un ragazzo che è morto facendo un lavoro difficile e rischioso. Ma non indigniamoci di questo. Indigniamoci di un mestiere che non sa più vedere nulla. E che inizia e finisce in quattro ridicoli studi televisivi, con i birignao, con i potenti di turno, con tanghi, le musiche cambiate, gli anni zeri, uno e sottozeri, con le intervistine addomesticate, o finto aggressive, a seconda di quello che conviene. Ciao Andrea Rocchelli non mi stancherò mai di raccontare ai miei allievi giornalisti, della scuola che dirigo, che è questo l’unico modo per fare il giornalista, con tutti i rischi che comporta. E spero proprio che le foto che usciranno sul web scattate da Andrea Rocchelli, con i soliti commossi colleghi, politici e intellettuali pronti a commemorarlo e a dire quanto fosse bravo, siano pagate alla famiglia, e non come al solito rubate per risparmiare un po’.