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- 21 Marzo 2009 -
Ho visto cose…
Ieri sera, dopo aver ottimamente cenato con la mia
compagna ed un carissimo amico, e dopo averla aiutata a
sparecchiare ed a lavare i piatti, mi sono messo davanti
al televisore per vedermi "Porta a Porta", anche se
sapevo che l’argomento, la nascita della nuova Destra
democratica ed il suo confluire nel minestrone ideologico
della Casa delle Libertà , poteva rovinarmi la digestione.
Non sono riuscito a vedere la trasmissione per più di
quindici minuti.
Non ce l’ho fatta, mi dispiace, ma mi dispiace proprio
perché non è corretto parlare male di un programma
senza averlo visto fino in fondo.
In quei pochi minuti HO VISTO ministri di AN ricordare gli
anni in cui i missini erano emarginati, i primi anni
sessanta, li HO VISTI ricordare che il primo omicidio
delle BR era stato nei confronti di due dirigenti
missini a Padova.
HO VISTO Sansonetti, che ha partecipato alla
trasmissione evidentemente con lo "spirito di un suicida",
ricordare che la strategia della tensione
era nata a Piazza Fontana interrotto da Vespa,
gran cerimoniere come al solito prono avanti agli
ospiti di potere, che passava ad intervistare Feltri,
che ricordava come chi comprava "la Notte"
a Milano veniva picchiato dai comunisti.
HO VISTO Pansa, la pappagorgia sempre più gelatinosa
e traballante , ricordare come la Sinistra, tutta la Sinistra,
per chiarire il PCI ed anche il PSI, fino a quando non
arrivò l’ineffabile Craxi , non ha mai fatto autocritica per
la nascita delle BR.
Tutto ciò in una quindicina di minuti , perché poi non ce l’ho fatta più:
non una parola, non un accenno alle violenza "squadristica" degli iscritti al MSI, alle fornicazioni
con le dittature più oscene del pianeta, quella greca o quella cilena, alle posizioni ideologiche
espresse apertamente in libri, giornali, riviste, antiparlamentari, golpiste, negazioniste, razziste.
Non una parola sul perché del loro doveroso isolamento, perché nulla si poteva dire o discutere
con chi negava la storia e le cui posizioni erano agli antipodi di qualsivoglia istituto democratico:
insomma nessun accenno a quell’autocritica che viene chiesta ad ogni piè sospinto
a qualsivoglia esponente della sinistra o dell’antifascismo.
Non so se nel prosieguo della trasmissione si sia mai detto quale pericolo ha rappresentato per
la democrazia italiana anche la sola esistenza del MSI, se si sia ricordato il governo di
Tambroni, le pistolettate sparate da Saccucci durante un comizio (con il conseguente morto),
l’assalto all’Università di Roma guidato da Caradonna ( con la morte dello studente
Paolo Rossi).
E poi i "campi paramilitari" del FUAN, il terrorismo delle bombe , che coinvolgeva servizi segreti,
simpatizzanti del MSI, vecchi repubblichini.
I raid nel ghetto di Roma.
Non lo so perché ho spento la TV.
Ma penso di no.
L’aria tronfia ed arrogante degli uomini di AN, l’atteggiamento pretesco di Vespa, tutto mi faceva
capire che si stava sdoganando non tanto una destra democratica ( di cui vivaddio in Italia
se ne sente fortemente il bisogno) quanto il passato neofascista di questi soggetti.
E spero di essermi sbagliato e lo spero grandemente, di essermi perso qualche parola
di Vespa che ricordava come costoro fossero stati per decenni assolutamente «impresentabili».
Adesso costoro emigrano da Berlusconi.
Che tutto ciò rappresenti una definitiva scelta democratica e quindi un abbandono reale,
non a parole di tutta una tradizione antidemocratica, razzista e violenta?
Da antifascista "senza se e senza ma" lo spero, anche se i compagni di strada di costoro,
da una parte un piccolo demagogo, direi un clone del dittatore Batista, per intenderci quello che
aveva fatto diventare Cuba il "bordello degli americani", e dall’altra un partito di razzisti
esplicitamente schierati , mi fanno pensare che ogni cambiamento sia solamente di forma
e non di sostanza.
A loro, se ce la fanno, il compito arduo di creare una destra che non sfiguri con le destre
europee, per dare un’idea la destra della Merckel piuttosto che Chirac.