Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed
episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita
sociale e culturale nazionale ed iriense.
- 23 Settembre 2008 -
Ed ora…in fila per tre
«Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito
al potere, un partito dominante, il quale però formalmente
vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare
in sostanza.
Non vuole fare la "marcia su Roma" e trasformare l’aula in
alloggiamento per manipoli: ma vuole istituire, senza parere,
una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per
trasformare le scuole di stato in scuole di partito?
Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere
imparziali. C’è una certa resistenza: in quelle scuole c’è
sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata.
Allora, il partito dominante segue un’altra strada ( è
tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci ).Comincia a trascurare
le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia
che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.
Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito,
di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste
scuole private. Cure di denaro e privilegi.
Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a
queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di
quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi
dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che
saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle
quelle pubbliche alle scuole private. A "QUELLE"' scuole
private.
Gli esami sono più facili, si studia meno, e si riesce meglio.
Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare
apertamente le scuole di stato in scuole di partito,
manda in malora le scuole di stato per dare prevalenza alle
SUE scuole di partito. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che si bisogna
discutere. Attenzione questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve lo già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in
malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo
sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che
non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico».
Chi è che si scaglia con tale veemenza contro la "Riforma Gelmini" ?
No, scusate, c’è un equivoco. Questo intervento non è attuale. Si tratta di un discorso d’epoca
pronunciato a Roma, l’11 febbraio 1950, al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola
nazionale (Adsn) da Piero Calamandrei, Padre costituente, giurista, scrittore, politico,
giornalista e …veggente.
Il brano è stato pubblicato dal settimanale "Internazionale" nel numero 762