Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed
episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita
sociale e culturale nazionale ed iriense.
- 07 Febbraio 2009 -
Ippocrate non abita più qui
Ci apprestiamo a diventare uno Stato di Polizia?.
Medici-delatori, Ronde padane, schedature dei
"Senza Tetto". Uno Stato sempre più arrogante,
"cattivo" con gli ultimi e i deboli, ed imbelle e connivente
con i forti (e i loro poteri).
Come si può definire se non "oscena" una legge che
nega l’assistenza medica ai clandestini trasformando i
medici del pronto soccorso in delatori di Stato?
Quale deriva, quale piano inclinato ha intrapreso la nostra società?
Quanto è diffusa, palpabile la "paura" e quanta invece è
stata quella creata e fomentata "ad arte", marchiando a fuoco i capri espiatori i diversi (immigrati, clochard o
lavavetri che siano) con una inaudita e violenta
campagna xenofoba e razzista?
È o non è una misura oltremodo vessatoria ed indegna il
balzello o meglio la "tangente" sul permesso di
soggiorno, il documento più prezioso per chi viene a
cercare nel nostro paese un futuro degno di essere
vissuto?
Questa rozza crociata istituzionale, benedetta dal "ventre molle" della nostro corpo sociale,
non produrrà alcun effetto pratico rilevante, certamente
non fermerà l’immigrazione clandestina, ne sarà
un deterrente dal punto di vista securitario. Servirà solo
a criminalizzare e peggiorare ulteriormente le condizioni
di chi vive in clandestinità aprendo la strada al possibile
coinvolgimento, in questa "caccia alle streghe" anche a
quei soggetti più deboli ed indifesi della società italiana.
È una deriva razzista, purtroppo trasversale al nostro
corpo politico e sociale che, nonostante i distinguo nei
dettagli, si nutre della stessa base culturale che addita clandestini, lavavetri, rom, ambulanti,
clochard, mendicanti come potenziali pericoli per la «Sicurezza».
Come ci si può dichiarare democratico, liberale, cattolico e non applicare l’antica "pietas", intesa
come profondo, doveroso, irrinunciabile rispetto, semplice, silenzioso e solidale verso chi soffre,
verso gli ultimi, verso chi ha bisogno?
La contemporaneità tra il «pacchetto Sicurezza» ed il caso Englaro mette in
evidenza una stessa linea di comportamento autoritario ed immorale.
Negare per Legge le cure mediche, ostacolare i ricongiungimenti familiari, come pure
la presentazione di un Decreto per fermare l’accompagnamento alla morte di chi aveva già
espresso in passato questo desiderio, questa difficile ed estrema decisione personale, non può
che dare adito a delle forti preoccupazioni.
In nome di un’investitura popolare, chi ci governa crede di poter infrangere qualsiasi regola
civile, non ottemperare a sentenze della magistratura, ignorare trattati internazionali,
appellandosi al "popolo" per cambiare tout court la Costituzione.
Il tutto per una mera logica politica, giocata oggi sulla pelle di Eluana e sulla pelle
degli immigrati.
E domani sulla pelle di chi?
Nel fondo del fondo, tutta questa vicenda non può che lasciarci in bocca l’amaro sapore della
vergogna.