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   L’ANPI Voghera commenta

Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita sociale e culturale nazionale ed iriense.

 

- 25 Aprile 2013 -

Lettera aperta a don Pio



Questa lettera aperta è indirizzata a don Pio che ha celebrato la S. Messa questa mattina (25 Aprile, Festa della Liberazione) a Voghera presso il sacrario dei partigiani.


Gent.mo don Pio,
anche quest’anno, come spesso mi succede in questa ricorrenza della Festa della Liberazione, ho assistito alla celebrazione della S. Messa presso il sacrario partigiano del cimitero di Voghera e, come ogni volta, anche in questa occasione, mi è rimasto un senso di amarezza dopo avere ascoltato la sua omelia.

Don Pio le ricordo che quella del 25 aprile è l’occasione dell’anno in cui esprimiamo pubblicamente il nostro ringraziamento a chi si è impegnato e, in molti casi ha dato anche la vita, per portare l’Italia a diventare una democrazia e creare i presupposti per creare un’Europa che da allora è in pace.

Certo don Pio! Siamo da allora in pace! Proprio come lei ama ripetere; ma la pace non è purtroppo una condizione naturale del mondo umano; bisogna guadagnarsela! Fortunatamente questo, a noi e a tutta l’Europa è capitato, grazie a quelli che lo hanno voluto, compresi quei ragazzi che assistono tutti gli anni alla S. Messa attraverso una fotografia, dall’interno di quelle cellette che circondano il suo altare.

Non le sembra don Pio che meritino almeno un saluto?

Anche quest’anno non ha pronunciato la parola Resistenza o Partigiani, come mai? Le ricordo che il giorno del 25 aprile lei viene invitato a celebrare la S.Messa in quel luogo perché è la Festa della Liberazione e non perché è la Festa di S. Marco come ha evidenziato aprendo l’omelia.

Lei pensa che quei ragazzi che hanno assistito alla cerimonia dalla loro celletta abbiano capito dalle sue parole che eravamo lì per celebrare il loro ricordo?

Non deve preoccuparsi don Pio di rischiare di scontentare con le sue parole gli uni o gli altri come ha cercato di giustificarsi alla fine; tutti i presenti, compreso lei, erano lì per ricordare i valori della Resistenza Partigiana che sono un valore nazionale e non di parte, per cui le sue non parole hanno sicuramente scontentato tutti i presenti, mentre invece le sue parole hanno avuto il sapore di una provocazione come se lei si sentisse appartenente ad un’altra parte.

Le ricordo alcuni passi della sua omelia.

Quei riferimenti alle “colpe che sono di tutti, seppure in misura diversa”. le sembra il caso di sottolineare colpe da attribuire a quei giovani a cui è stata negata la possibilità come gli altri di invecchiare? C’è forse qualche colpa “originale” che devono espiare?
Le “decine e decine e decine di anni che sono passati…” parole dette come a volere sottolineare che è il momento di dimenticare. Don Pio, lo sa benissimo che nonostante le decine e decine e decine di anni come dice lei, stiamo parlando dei nostri padri, alcuni dei quali sono ancora presenti e poi le dico che anche quando saranno passate veramente le decine e decine e decine di anni, saranno i nostri figli e i figli dei nostri figli a dovere tenere viva la memoria per costruire il futuro perché un paese senza memoria che futuro vuole che possa costruire?

E non c’è nemmeno bisogno di un revisionismo storico, come ha auspicato, perché la realtà mistificata dei fatti non è più storia ma è menzogna.

Lei ha evidenziato la brutta figura fatta dal parlamento in occasioni delle elezioni del presidente della Repubblica; è vero. Ma non è forse meglio fare queste brutte figure piuttosto che non avere il parlamento? Questa è la democrazia don Pio, per la quale quei ragazzi che l’ascoltavano, e che lei non ha nominato, sono morti.

Questa mia, vuole solo essere un suggerimento costruttivo e un auspicio per la prossima volta e mi permetta, riprendendo la sua metafora, anche un modo per estrarre dalla sua bisaccia posteriore un difetto da mettere in quella che porta sul davanti.

Certo che mi sarebbe piaciuto vedere quei bambini che lei ha mandato a stringere la mano ai “grandi in prima fila”, andare invece davanti alle fotografie di quei ragazzi e mandargli un bacio! … Magari gli avrebbero risposto con Bella Ciao! Non sarebbe stato bello don Pio?
Proviamoci la prossima volta.

Cordialmente.

Giovanni Giorgi