Menu:

galleria fotografica

GALLERIA
FOTOGRAFICA


       

 
Lista "Commenti"
precedenti:

Vai all’intera lista dei
commenti pubblicati

"Commenti" precedenti




   L’ANPI Voghera commenta

Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita sociale e culturale nazionale ed iriense.

 

- 1º Maggio 2013 -

Il muto urlo di Munch

Crediamo che nel giorno della FESTA DEI LAVORATORI 2013 ci sia poca voglia, ed ancor meno buoni motivi, per festeggiare. È invece il tempo per fermarsi e riflettere su quello che ci succede intorno, aprendo gli occhi, la mente ed il cuore, resistendo alla voglia di "chiudersi ognuno nel proprio guscio", magari leggendo le frasi inviateci da un iscritto della nostra sezione ANPI di Voghera. Comunque sia buon 1º Maggio




Nella lotta contro l’emarginazione molti sono i tentativi per alleviare le sofferenze delle persone alla deriva. Il compito è immenso. La povertà invece di diminuire aumenta. Niente è mai definitivamente acquisito. Parlare di povertà è sempre più difficile, è sempre più fonte di turbamento, in modo particolare in piena crisi economica. Il contrasto alla povertà richiede il crescere ed il riformarsi di una cultura della solidarietà concreta e la politica deve avere un ruolo centrale in questo processo. Occorre un impegno civile per far crescere la consapevolezza che, fin tanto che esistono i poveri e la povertà non diminuisce, ad essere incrinata insieme alla dimensione umana è la stessa democrazia.
Viviamo in un Paese dove metà della popolazione possiede meno del 10% della ricchezza nazionale. In nessun altro Paese dell’Unione europea esiste tanta diseguaglianza. Con tanta ricchezza si potrebbe fortemente ridurre il debito pubblico. Basterebbe qualche misura di solidarietà a carico dei ricchi.

I fatti di Civitanova Marche, il suicidio dei due coniugi anziani ROMEO DIONISI ed ANNA SOPRANZI, impiccatisi l’uno accanto all'altro, il conseguente successivo suicidio del fratello di lei GIUSEPPE SOPRANZI, gettatosi in mare, non sono solamente una tragica foto delle condizioni in cui versa parte del Paese ma sono anche un urlo, un urlo di Munch, un urlo simbolo dell’angoscia e dell’impotenza dell’uomo di fronte alla storia, di fronte alla follia dinanzi alla quale noi siamo piccoli, soli, impotenti.Togliersi la vita è sembrato a ROMEO, ad ANNA, a GIUSEPPE l’unico modo per sottrarsi alla paura, alla vergogna.

L’ITALIA È UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO. Il lavoro crea identità e sicurezza. Perderlo e non trovarlo distrugge il rapporto di ognuno con l’esistenza.
È sempre devastante sbattere contro i dolori dell’esistenza ma sono questi dolori che tarano la comunicabilità delle nostre anime. L’Italia ha perduto il filo dei diritti cadendo prigioniera di una profonda regressione culturale e politica. È stato detto: «SERVE UNA RIVOLUZIONE DELLA DIGNITÀ».

Madre Teresa di Calcutta affermava che è molto più facile parlare dei poveri, molto più difficile è parlare con i poveri. La povertà fa paura, viviamo i poveri come una minaccia al nostro benessere. Il mondo dell’esclusione sociale è un mondo nascosto. direi quasi sotterraneo, straziato, vergognoso anche se spesso allo stesso tempo è violento, indesiderabile.Questo mondo però è anche un mondo che sprizza vita,che desidera la tenerezza, che moltiplica le richieste d’aiuto per venirne fuori, avido più di ogni altra cosa di stima, di rispetto, di riconoscimento.
La miseria non la sceglie nessuno. Essa distrugge l’umanità dell’uomo, distrugge la sua crescita, le sue potenzialità. Ne atrofizza l’intelligenza, ne spegne le capacità affettive. Genera la perdita di fiducia in sè stessi, un sentimento di inutilità, di colpevolezza. Occorre spezzare l’isolamento, accettare la diversità dell’altro e, perchè no?, riconciliarci con le nostre povertà nella convinzione che sia possibile un faccia a faccia, nella convinzione che sia possibile rendere manifesta l’eguaglianza fondamentale della nostra comune umanità.

Vorrei concludere parlando di cultura.
Vorrei concludere parlando d’amore.
Chi può dimenticare l’eccezionale esperienza umana, religiosa, educativa di don Lorenzo Milani. Io traduco quell’esperienza con le parole di chi afferma che è solo la coscienza di sè, la comprensione del mondo, cioè la cultura che davvero può riscattare un uomo. Smettere di dire ciò significa in fondo continuare a disprezzare i deboli, gli umili, i poveri.

Stazione di Milano Centrale. Era un mattino di agosto. Non solo il silenzio ma anche la solitudine si impadroniva di Milano. Ero di servizio alla Gestione Bagagli. Soccorsi quasi di scatto uno di quegli sventurati che, stramazzato per terra, si irrigidiva sempre più. Il tanfo di alcool era inequivocabile. Lo conoscevo. Era un professionista di Città Studi. Rimasi annichilito. «…ma lei è una persona intelligente!?!» - ingenuamente balbettai. Come risposta il residuo sguardo di quel povero Cristo mi fulminò. « La sola intelligenza nella vita non basta » - disse e …morì.
Aveva ragione. Solo l’amore dona serenità, solo l’amore dona quel tipo di autonomia, di capacità di scegliere secondo i propri bisogni.

 

Salvatore Iacono

iscritto alla sezione ANPI di Voghera