Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed
episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita
sociale e culturale nazionale ed iriense.
- 27 Settembre 2008 -
"Stampa libera"…di chiudere
Il decreto Tremonti sull’editoria rischia di cancellare dal
panorama informativo tutte quelle testate giornalistiche
indipendenti, cooperative, non profit, non legate ai
grandi gruppi editoriali.
Ad essere in pericolo è la libertà di stampa nel nostro
paese. Partendo dalla giusta esigenza di razionalizzare i
fondi per l’editoria (per eliminare le truffe di risorse
elargite a pseudocoperative, ed a giornali "civetta" creati
ad hoc per drenare contributi), l’operazione che si va
delineando prospetta un taglio dei costi statali, ma a
scapito di chi racconta una realtà che infastidisce
ilmanovratore, che fa un’informazione "fuori dal coro".
Il decreto, passato in Senato, prevede una drastica decurtazione delle sovvenzioni (-183 milioni di Euro in
due anni), ma al contempo impone una deregulation del
mercato pubblicitario (a scapito delle testate minori) ed
inoltre mantiene inalterati i contributi per spese postali,
aperture di crediti, carta (circa 350 milioni di euro ) che
entrano per la stragrande maggioranza nelle casse dei
grandi giornali e dunque nelle tasche dei giganti
editoriali. A rischio chiusura vi sono testate storiche
come "Il Corriere Mercantile" (di Genova), il settimanale
dei movimenti " Carta" ed il quotidiano della
"Controinformazione" per antonomasia "Il manifesto".
Ancora più grave risulta la parte del decreto che cancella
il diritto soggettivo (che regola i contributi diretti in base
a tiratura, diffusione, costi, peso della pubblicità nel
fatturato) demandando al governo la massima discrezionalità sull’elargizione dei fondi stanziati.
Il senso politico-culturale dell’operazione è il tentativo di
normalizzare l’informazione.
Se andasse in porto, ci domandiamo se verremmo mai a conoscenza di nuovi casi "Aldrovandi"
o "Bussolengo", se ci sarà qualcuno che ci racconterà
delle meschinità e dei ricatti come quelli
rivelati dalla stampa indipendente a riguardo dell’"affaire
Alitalia", o si opporrà a livello sociale
e culturale alla emergenza sicurezza come unica priorità esiziale.
È il diritto a dissentire che viene messo in discussione, in un contesto informativo distorto da un
oligopolio tentacolare che nega la stampa come una forma di servizio pubblico.
La pluralità delle voci è un diritto come recita l’articolo 21 della Costituzione italiana:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione”.
Noi dell’ANPI saremmo anche prevenuti, ma ci lasciano inquieti le parole del regista
Mario Monicelli che così rievoca:
«Ricordo i cartelli che vedevo da piccolo, sotto il fascismo. Dicevano - "Qui si lavora e non
si parla di politica" - ».