Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed
episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
L’obbiettivo è quello di sollecitare dibattiti, evidenziare avvenimenti e notizie, comunicare la nostra posizione sulla vita
sociale e culturale nazionale ed iriense.
- 09 Aprile 2011 -
Fuori dalla Guerra
Questo articolo di Gino Strada (fondatore di Emergency) sulla cultura della Guerra
e sulla necessità del suo ripudio, ci consente di dare il benvenuto ad
"E - IL MENSILE",
la nuova pubblicazione nata da questa libera associazione di persone impegnate nella cura delle
vittime della guerra e della povertà. «Uno strumento - per usare le
parole del suo presidente, Cecilia Strada, - per la diffusione di una cultura di pace».
Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra.
Oggi la guerra è "contro Gheddafi": ci viene presentata,
ancora una volta, come umanitaria, inevitabile,
necessaria.
Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è
sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di
nostri simili. La guerra "umanitaria" è la più disgustosa
menzogna per giustificare la guerra stessa: ognuna è
un crimine contro l’umanità.
La dis-umanità della guerra è dimostrata, rappresentata,
testimoniata dalle sue vittime, esseri umani che finiscono
di esistere o incominciano a soffrire.
Così Bertolt Brecht: «La guerra che verrà non è la
prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine
dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti
la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva
la fame la povera gente egualmente».
Nessuna guerra è inevitabile. Le guerre appaiono tali
solo quando non si è fatto nulla per prevenirle.
Se i governanti si impegnassero a costruire rapporti di
rispetto, di equità, di solidarietà reciproca tra i popoli
e gli Stati, se perseguissero politiche di disarmo e di
dialogo, le situazioni di crisi potrebbero essere risolte
più facilmente, escludendo il ricorso alla forza.
Nessuna guerra è necessaria. La guerra è sempre una
scelta, non una necessità.
È la scelta disumana dei peggiori tra gli esseri umani.
È la scelta criminosa e assurda di uccidere, che esalta
la violenza, la diffonde,
l’amplifica, che genera "cultura
di guerra".
Howard Zinn, il grande storico statunitense, militante per la pace e per i diritti civili, scrisse a
proposito della fine della guerra
in Iraq: «Mentre lavoriamo con crescente determinazione
perché ciò accada, non dovremmo pensare aldilà di questa guerra? Non dovremmo
iniziare a pensare, anche prima che finisca questa guerra vergognosa, a come mettere
fine alla nostra dipendenza dalla droga della violenza di massa?
In altri termini, vogliamo incominciare a discutere su come porre fine alla guerra, non a
questa o quella guerra, ma alla guerra stessa?»
L’abolizione della guerra deve diventare una preoccupazione fondamentale per ogni essere
umano dotato di intelligenza e coscienza.
È uno straordinario percorso di elaborazione culturale e politica da intraprendere.
Per immaginarne e disegnarne le tappe serve il contributo dei più alti tra gli scienziati e gli
uomini di cultura, ma potrà realizzarsi soltanto con l’,appasionaqta collaborazione dei cittadini,
con lo sviluppo di una nuova coscienza civile che non abbia più la guerra nell’orizzonte del
praticabile.
Ai molti governanti che invece vedono ancora la guerra come risposta ai problemi del mondo,
va rivolto di nuovo l’appello di Bertrand Russel e Albert Einstein, scritto
nel lontano 1955:
«Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile:
dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l’umanità dovrà rinunciare alla guerra?»
L’abolizione della guerra è la sola speranza perché la razza
umana continui.
Non è in gioco un’astratta "umanità", stiamo parlando,
come scrisse Eistein, «di noi stessi,
dei nostri figli e dei nostri nipoti ».
Perché l’utopia diventi progetto e infine realtà, serve innanzitutto cancellare dalla nostra mente
l’idea della guerra, un ripudio definitivo e irreversibile.
L’articolo di Gino Strada - Fuori dalla Guerra - è stato pubblicato sul mensile