Abbiamo voluto dedicare questa pagina web alle prese di posizione, ad eventuali polemiche verso fatti ed
episodi accaduti in città o nella nostra provincia.
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sociale e culturale nazionale ed iriense.
- 05 Aprile 2014 -
Da Ventotene 1941 a Bruxelles 2014
Quest’anno, per l’ottava volta, saremo chiamati ad eleggere il Parlamento europeo che, su proposta del Consiglio europeo, approverà il nuovo presidente della Commissione europea. Una scelta di rilievo
vista la profonda crisi sociale, economica e democratica che investe l’intero continente.
Il 2014 coincide anche con il secondo anno dell’impegnativo triennio resistenziale, che si concluderà nel 2015 con il 70° anniversario della Liberazione. Nel nostro paese il 1944 vede i grandi scioperi di marzo nelle industrie del Nord
(dopo quelli del ’43 che avevano anticipato la crisi del regime fascista), l’estate partigiana con la nascita di numerose zone libere o Repubbliche partigiane, come quella di Varzi, (piccoli laboratori di democrazia), le decine di stragi contro i civili dei
nazifascisti in ritirata verso la linea Gotica (Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, per ricordarne solo due), l’eccidio di 335 prigionieri alle Fosse Ardeatine a Roma, i grandi rastrellamenti, specie quello dell’inverno ‘44/’45, che
colpirà anche il nostro Oltrepo pavese…
Il 1944 é un anno cruciale nella lotta al nazismo e al fascismo in tutta Europa, per lo sbarco in Normandia e l’ampiezza della ritirata delle truppe dell’Asse dal fronte dell’Est (che dal 1941, dopo l’invasione dell’URSS, ha visto una guerra di sterminio condotta contro la popolazione civile, compresi i massacri di decine di migliaia di ebrei).
Non va dimenticato che quasi tutti i paesi europei sviluppano movimenti di Resistenza. In forme molto diversificate, non solo tra Ovest (Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Danimarca, Norvegia) ed Est (Polonia,
Cecoslovacchia, Jugoslavia, Albania, Grecia, Unione Sovietica) ma anche all’interno dei vari paesi, dove la lotta armata si intreccia con le molteplici espressioni della resistenza disarmata e della disobbedienza, contro
il disegno nazista e dei loro collaboratori di “ordine nuovo europeo”.
Il filo conduttore che lega questa grande esperienza civile e umana è riassumibile in tre aspetti, evidenziati qualche tempo fa dallo storico Enzo Collotti: la diffusione della ribellione come assunzione di responsabilità (sia da parte
di individui che di collettività); la rivendicazione della volontà di vivere, la riaffermazione dell’eguaglianza di tutti gli individui,
la negazione di ogni discriminazione politica, razziale, religiosa, culturale, sociale: la solidarietà internazionale, cioè la consapevolezza della necessità di far fronte contro un mortale nemico
comune e di essere legati tutti, al di là di ogni appartenenza nazionale, ad una sorte comune e indivisibile.
A questa storia appartengono Altiero Spinelli e Ernesto Rossi che, confinati dal fascismo su una piccola isola, nel 1941 elaborano Il “manifesto di Ventotene” - “Per una Europa libera e unita. Progetto di un manifesto”. Un testo di grande respiro e rivoluzionario, con forti radici nella scelta di liberazione ed emancipazione delle classi subalterne, con una efficace analisi del progetto razzista e delle politiche nazionaliste che avevano accompagnato l’affermarsi del fascismo e del nazismo ed il successivo conflitto mondiale. A quel manifesto collaborò anche Eugenio Colorni, militante del PSIUP - che fu insegnante di storia e filosofia a Voghera al liceo “Grattoni” per un breve periodo nel 1933, prima di essere trasferito a Trento - ucciso dai fascisti della banda Koch nel maggio ’44 a Roma, decorato di Medaglia d’oro al valor militare.
Il raffronto tra il progetto di quel “manifesto”, così come le speranze di tantissimi partigiani europei – molte delle quali sono raccolte nelle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea” - e la realtà attuale di un processo di identificazione dell’unione europea con la acritica affermazione delle logiche di mercato e degli interessi finanziari ed economici è impietoso. Tra l’altro lo smantellamento del “modello europeo” di stato sociale (che si esprime nel taglio di risorse con lo svuotamento di diritti in settori essenziali come previdenza, lavoro, istruzione, sanità, servizi pubblici) consente l’affermazione di movimenti e forze politiche neofasciste o apertamente razziste, con programmi e campagne xenofobe, grettamente isolazioniste e che identificano nei migranti il nemico esterno.
Torno allora al 1944, con una citazione da "L’unità europea", il foglio clandestino del movimento federalista:
"Nel crogiolo della Resistenza si è infine scoperta la solidarietà fra i popoli liberi del continente, che era rimasta
finora nascosta dietro gli intrighi diplomatici e la politica estera delle alleanze e dell’equilibrio delle potenze. Si è scoperta la nostra comunità di destino, la quale vuole che libertà, pace e progresso siano dei beni di cui tutti i popoli europei devono congiuntamente godere
o che tutti devono congiuntamente perdere (…) Questa coscienza, maturata nel sacrificio di milioni di uomini, è il dato fondamentale e primordiale dell’unità dell’Europa libera".
Sarebbe importante tornare riflettere anche su questo in vista delle prossime elezioni europee.