Ferruccio Parri "Maurizio"
( Pinerolo 1890 - Roma 1981)
Protagonista del movimento antifascista e figura di primo piano della Resistenza, rappresentante della tradizione mazziniana che ispirò
anche il suo interventismo durante la Ia guerra mondiale ( pluridecorato ed ufficiale di stato maggiore ).
Laureato in lettere all’Università di Torino, insegnante, dal 1922 alla fine del 1925 è
redattore
de "il Corriere della Sera". Tra i suoi referenti ideali e politici vi sono Salvemini e Gobetti.
Nel periodo 1924 – 1926 promuove con Riccardo Bauer uno dei primi e più colti
fogli antifascisti "Il Cafè".
Si impegna nell’attività clandestina e si adopera per l’espatrio di personalità antifasciste perseguitate
dal regime ( tra queste
Filippo Turati ).
Durante il processo di
Savona rilancia un forte messaggio di fedeltà agli ideali di libertà.
Trascorre diversi anni di confino ad
Ustica e
Lipari ( dove collabora alla fuga di
Rosselli ).
Dal 1933 è impiegato presso l’ufficio studi della Edison di
Milano, continuando l’attività clandestina
nelle file di
"Giustizia e Libertà" e dal 1942 nel
Partito d’Azione.
In quello stesso anno subisce un nuovo periodo di carcerazione.
Dopo il 25 luglio sostiene la necessità di una iniziativa armata contro i tedeschi.
All’inizio dell’agosto 1943 è nominato responsabile militare del
Partito d’Azione
per il nord Italia ed al convegno nazionale del partito a
Firenze il 3 settembre, si pronuncia per l’insurrezione
armata.
Dopo l’8 settembre viene delegato dal
CLN per il coordinamento militare ( embrione del futuro
CLNAI).
Parri si trova al centro del movimento di resistenza, promuovendo la convergenza di tutte le forze disponibili per la lotta armata e
diventando referente anche
per gli angloamericani ( incontrati in
Svizzera nel novembre ’43 con
Leo Valiani )
sulla seria e inequivocabile ispirazione antifascista delle guerriglia italiana.
È tra i protagonisti nel giugno 1944 dell’unificazione delle forze partigiane nel
Corpo Volontari della Libertà,
il cui comando generale è assunto dal generale Cadorna,
di cui diventa vice comandante insieme con il comunista
Luigi Longo.
Arrestato dai tedeschi nel gennaio 1945, viene liberato dopo due mesi di detenzione ed estradato in
Svizzera.
Resta lontano dal teatro della lotta nella fase che precede l’insurrezione,
riprendendo i contatti con i
vertici alleati per assicurare il rispetto del movimento
partigiano all’atto della liberazione.
Parri è
Presidente del Consiglio del primo governo dell’
Italia Libera
in rappresentanza del
CLN.
Dopo la guerra prosegue la sua battaglia democratica come federalista, parlamentare, presidente della
FIAP e come fondatore
e presidente dell’
Istituto nazionale
per la storia del movimento di liberazione, per la cui creazione si impegna a fondo.
Partecipa alle tante mobilitazioni politiche ( con il gruppo
"Unità popolare" contribuisce alla
sconfitta della
"legge truffa" nel giugno 1953, dal 1967 al 1975
presiede il comitato italiano di sostegno ai democratici greci contro il regime dei colonnelli ) e nel 1968
fonda al Senato il gruppo della
Sinistra indipendente, collegato
alle liste del
PCI. Viene nominato
senatore a vita.