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   Resistenza in Europa…una storia da raccontare



Il racconto della Resistenza italiana, anche se a volte in maniera farraginosa e lacunosa è stato
narrato, grazie anche alle celebrazioni istituzionali che, a seconda dei momenti storici , si sono
ammantate di un eccesso di mitizzazione, oppure cadute nella stanca ritualizzazione,
o peggio, di questi tempi, contestate a causa di uno strisciante "revisionismo".
Se invece si allarga il "respiro storico", cercando di leggere in chiave europea il fenomeno
resistenziale, si pecca di superficialità o peggio di mancanza di conoscenze precise.
È per questo motivo, sperando di fare cosa gradita a chi sfoglia le nostre pagine digitali,
che intendiamo "regalare" questa storia di Resistenza europea, grazie ad uno scritto di
di Umberto Ferrari, antifascista, iscritto alla sezione dell’Anpi Voghera.

Buona lettura.


L’altro giorno cenavo con un carissimo amico, Federico van Stegeren, noto come l’Olandese
Volante, il D-J di radio Montecarlo, di Radio 105, ora di RTL. Davanti ad un piatto (ridotto perché
entrambi siamo a dieta) di ravioli al brasato parlavamo dei nostri genitori: lui triste, perché è appena
mancata sua mamma, mentre io ricordavo come sia mio padre che mio nonno fossero stati
antifascisti, e mio padre fosse finito a San Vittore nel gennaio del 1945.
A questo punto mi dice; ma sai che mio nonno ha cercato di rapinare la Banca d’Olanda
durante la guerra?
E mi racconta questa storia:


Quando i tedeschi invasero l’Olanda nel 1940, mio nonno, Frederik van Stegeren Sr., era
amministratore delegato della Ten Cate Textiel, una delle più grandi industrie tessili olandesi
con sede a Almelo nella regione di Twente nell’est dell’Olanda e al confine con la Germania.
Riuscì a tenere la fabbrica aperta fino al 1942, nonostante l’occupazione nazista e benché la
famiglia Ten Cate fosse fuggita (come molti alti industriali olandesi) in Inghilterra al seguito
della famiglia Reale e del governo dell’Aja in esilio.

Ebbe un discreto rapporto con i
tedeschi, i quali avevano bisogno di
stoffe per poi confezionare uniformi
in Germania. In questo modo aveva
a disposizione grosse somme di
denaro che furono utilizzate, con
l’aiuto del suo vecchio amico Josef
Luns
che era stato il governatore
della Banca D’Olanda
prima della
guerra, a finanziare la
"Ondergrondse", ovvero la
resistenza olandese!
Misero in piedi una rete nazionale di
nascondigli in case private presso
famiglie non sospette per ricercati
dai tedeschi e per ebrei. Perfino a casa
di mio nonno si sono nascosti
per quasi un anno due ebrei e un
prete di colore del Suriname che
dormiva in un intercapedine tra i
pavimenti.

Quando la Ten Cate venne chiusa per ordine dei nazisti, vennero a mancare i mezzi finanziari,
e cosi nacque l’idea di rapinare la Banca d’Olanda ad Amsterdam, dove i tedeschi continuavano
a stampare moneta e dove c’era il deposito dell’oro di stato!
Il piano venne steso da mio nonno con Luns e un ristretto gruppo della "Ondergrondse".
Gli esecutori materiali dell’assalto erano un gruppo scelto di ex militari e marines. L’esercito
olandese era stato sciolto dai tedeschi.
Nel frattempo era tornato in Olanda anche mio padre, scappato dall’Indonesia, colonia
olandese invasa dai giapponesi e che, nascosto su un cargo, era riuscito ad arrivare a
Rotterdam. Si aggiunse subito al gruppo ma poi fu tolto da mio nonno il quale aveva dei
sospetti che ci fossero degli infiltrati nel gruppo della NSB, il partito fantoccio filotedesco
olandese. Nonostante i sospetti, poi fondati, il colpo si fece lo stesso nel gennaio del 1944,
uno degli inverni più rigidi del secolo.


Il gracht, ovvero il canale intorno alla
banca, era gelato e gli uomini
entrarono dalla darsena, dopo aver
scassinato le inferriate. Il sistema
d’allarme era stato messo fuori uso
da un infiltrato dentro la banca, ma il
traditore, come sospettava già mio
nonno
, aveva fatto bene il suo sporco
lavoro, perché ancora prima di
raggiungere il caveau gli SS accolsero
il gruppo a mitragliate.
I pochi sopravissuti furono fucilati il
giorno dopo!
Anche mio nonno e Luns finirono in
galera. Furono torturati ma non uccisi, probabilmente perché i tedeschi speravano di cavarne
ancora delle informazioni sulla resistenza olandese.
Dopo la liberazione mio nonno militò per lunghi anni nel partito liberale e Luns fu primo
ministro
negli anni 50.

È una storia bella, intrigante, avventurosa; una storia viva di Resistenza: la prova che
l’Antifascismo è una esperienza comune dell’Europa ed è un patrimonio di questo continente.

Umberto Ferrari
Federico van Stegeren jr.