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 Partigiani scendono dal Brallo
Partigiani scendono dal Brallo

 

 

26 aprile: Partigiani entrano a Voghera
26 aprile: Partigiani entrano a Voghera



   La Liberazione

Alla vigilia del 25 aprile le forze partigiane dell’Oltrepo pavese sono in movimento: su Broni
e Stradella marciano le formazioni di "Giustizia e Libertà", le "Matteotti" su Montù
e la Val Versa, mentre su Casteggio, Godiasco e Salice scende la divisione
garibaldina "Aliotta" con "Americano"ed "Eodardo" unitamente agli ufficiali americani
della missione Roanoke.
Le forze tedesche si sono posizionate nei pressi di Rivanazzano e con loro, aperta una tregua,
si sviluppa una trattativa per la consegna delle armi.
Nonostante le difficoltà dei responsabili tedeschi ad accettare la consegna delle armi
ai partigiani, la situazione infine si sblocca e nella notte l’intera guarnigione
tedesca di Voghera raggiunge Rivanazzano.
Nelle prime ore del 26 aprile circa 250 soldati, un colonnello e altri 8 ufficiali sono disarmati.
I partigiani proseguono la loro avanzata verso Voghera che, nel frattempo, vede la fuga
di un reparto di cosiddetti "mongoli" ( soldati arruolati nella Wermacht e provenienti
dalle regioni asiatiche dell’URSS ) accasermati nei pressi del Castello.
Anche i fascisti stanno lasciando la città: un reparto di repubblichini in fuga con
Arnaldo Romanzi ( segretario politico e comandante della Brigata Nera, che verrà
fucilato dopo la Liberazione ) si scontra con un gruppo di partigiani guidati
da Franco Quarleri "Carli" vice comandante della "Masia", nei pressi
del sottopasso ferroviario del Rondò Carducci.
"Carli",viene colpito a morte ( spirerà il giorno successivo all’ospedale ) e con lui
sono feriti altri tre partigiani.
I fascisti sparano all’impazzata anche su Luigi Barbieri, operaio cinquantenne, uccidendolo.
L’arrivo dei partigiani rafforza l’operato del Comando piazza, guidato dal maggiore
Rosario Lauria "Ombra" che, sostenuto dalle formazioni di pianura, ha provveduto
a fare presidiare la centrale elettrica, il gasometro, la stazione e le
officine FS – dove i ferrovieri si sono mobilitati per bloccare ogni tentativo
di distruzione o trasferimento di materiali - oltre alle fabbriche più importanti.
Ancora una volta la VISA offre sostegno e copertura all’iniziativa partigiana,
ospitando il comando della Brigata "Covini".
Nella mattinata del 26 il CLN, con Gandini rientrato con i partigiani, assume
la direzione "politico-amministrativa".
L’ultimo pericolo è rappresentato da una colonna di tedeschi in assetto di guerra
fermi nei pressi di Casei Gerola.
Anche qui si apre una serrata trattativa che porta alla resa del reparto ( con i soldati
che renderanno inservibili le proprie armi prima di consegnarle ).
Come scrive Giulio Guderzo nel suo saggio " L’altra guerra " ( pag. 771 )

 

 

 

Voghera Libera: Partigiani in posa

“I tedeschi che si sono arresi nel Vogherese fra il 25 notte
ed il 27 – in totale oltre ottocento – verranno infine consegnati
alle avanguardie della 92° Divisione americana, entrate da sud
a Voghera il 29 aprile, mentre da est sta arrivando la divisione brasiliana”

 

 

 

Nei giorni seguenti la Liberazione – dal 13 al 16 maggio - verranno fucilati nove fascisti
già appartenenti a diversi reparti ( GNR, Sicherheits, Brigata Nera )
La Corte d’assise straordinaria di Pavia decreta altre otto condanne a morte,
ridotte a tre dalla Corte di cassazione, che verranno eseguite il 28 agosto 1945.
Fra l’autunno del ’45 e la primavera del ’46 saranno sedici i fascisti fucilati in città:
il 13 novembre 1945 ha luogo l’esecuzione nei pressi del cimitero, del comandante
della GNR Antonio Bruschi; il 28 marzo 1946 vengono giustiziati quattro noti
membri della Sicherheits Arturo Baccanini, Benito Bortoluzzi, Lino Michelini,
Pier Alberto Pastorelli
.
Il 3 maggio seguirà Giuseppe Setti anch’esso della Sicherheits.

 

 

 

Nella foto a fianco una immagine del Processo
a carico di alcuni membri della Sicherheits Abteilung.
In primo piano si riconosce Pier Alberto Pastorelli.
processo ai membri della Sicherheits