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   Enrica Martinelli: mio fratello Lucio partigiano


In occasione del 71º anniversario Enrica Martinelli rievoca la sua vicenda e quella di suo fratello Lucio, trucidato a Biagasco di Pozzol Groppo nel Gennaio ’45


Rocca Susella: Alcuni giorni fa, ho incontrato Enrica Martinelli, di 89 anni (portati benissimo), la quale con una certa emozione mi ha ricordato suo fratello Lucio, fucilato dai fascisti il 31 gennaio del 1945 e raccontato alcuni episodi della sua vita durante la lotta di liberazione in Oltrepò pavese:


«Sono l’ultima figlia di Giovanni e Sofia Martinelli, infatti sono nata a Trescore Balneario in provincia di Bergamo il 26 aprile del 1927. Prima di me era nato Lucio il 20 maggio del 1921 e poi Franco. La mia famiglia come tante,venne sconvolta dalle tragedia della seconda guerra mondiale. Per sfuggire, ai bombardamenti, da poco orfana di padre, nel 1941, mi trasferii con i miei cari, da Milano a Voghera. Mia madre Sofia, dovette sostenere da sola la famiglia, lavorando come impiegata , mentre mio fratello Lucio studiava medicina all’Università statale di Milano.

Nell’autunno del 1943, acquistammo una casa al centro di Chiusani, nel comune di Rocca Susella. I rapporti con gli abitanti del paese, furono sempre cordialissimi e pieni di amicizia In questa frazione il pericolo di bombardamenti aerei era praticamente inesistente. Nella primavera del 1944, anche a Chiusani, si formarono le prima bande di “Ribelli”, per iniziativa di Angelo Arneri ( Tigre) e mio fratello Lucio, anche per sfuggire all’arruolamento nella Repubblica Sociale Italiana, partecipò alla lotta di liberazione. Essendo una persona molto colta, venne nominato Vice Commissario della divisione garibaldina “Aliotta”. Si distinse in combattimento l’11 agosto del 1944, quando venne liberato dall’occupazione nazifascista il castello di Pietragavina.

Quanta paura provai l’alba del 20 settembre del 1944, quando i tedeschi circondarono Chiusani e udii il funesto crepitio dei fucili. Infatti catturarono ed uccisero 4 partigiani, che conoscevo bene,( perché tante volte vennero a pranzo in casa mia ed io aiutavo mia madre in cucina). I loro nomi erano: Guido Brignoli, Carlo Longa, Attilio Clerici e Luigi Gemelli. I nazifascisti entrarono anche in casa mia, perquisirono ogni angolo, vennero addirittura nella mia cameretta e ci i rubarono oggetti di valori e danaro. Nelle case dei contadini fecero di peggio, razziarono polli e suini.

Nell’autunno del 1944, incontrai a Chiusani, il comandante della divisione partigiana”Gramsci” Luchino Dalverme “Maino”, che era arrivato cavalcando un bellissimo cavallo bianco accompagnato da alcuni partigiani, per conoscere di persona , i fatti del 20 settembre del 1944. Il brutto per la mia famiglia doveva ancora venire.
Mio fratello, dopo essersi salvato dai grandi rastrellamenti dell’autunno del 1944, la notte del 31 gennaio del 1945, venne catturato a Biagiasco di Pozzolgroppo, mentre stava curando il commissario partigiano Oscar ( Carlo Covini) insieme alla crocerossina Anna Maria Mascherini ed ad altri suoi compagni d’armi: Fulvio Sala, Giovanni Torlasco ed Ermes Alberto Piumati. Immediatamente furono barbaramente fucilati, una vera carneficina.

Fortunatamente dopo pochi mesi, la guerra terminò. Mi ricordo come fosse ieri il 25 aprile, quando udii suonare le campane di tutte le parrocchie, vicino a Chiusani e per me fu come rinascere. Il 3 giugno del 1945 a Voghera, vennero celebrati i solenni funerali di Lucio e degli altri partigiani e fu sepolto nel cimitero di Voghera, nel sacrario dei caduti per la libertà. Nel luogo dove fu assassinato mio fratellol e gli altri partigiani, vicino al cimitero di Biagasco di PozzolGroppo, venne eretto un monumento sacrario e tutti gli anni viene celebrata una funzione religiosa in loro suffragio e le loro gesta sono ricordate con toccanti parole dagli oratori, che si succedono di anno in anno»
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Giancarlo Bertelegni