Jacopo Dentici** nasce in Brasile ed in seguito si trasferisce con la famiglia in Italia, a Voghera.
Il padre Salvatore è primario di chirurgia presso l’ospedale civile.
Frequenta con ottimi risultati il liceo "S. Grattoni" e successivamente si iscrive
all’Università di Milano, dove segue i corsi di Fisica pura.
Vive a Voghera nel periodo cruciale del 1943, tra la caduta del fascismo il 25 luglio e l’8 settembre.
Qui conosce Ferruccio Parri, che risiede in città per conto dell’Ufficio studi della Edison
ed abita in corso 27 marzo a pochi
passi dalla casa di Jacopo.
I due si conoscono e Parri apprezza subito le doti di intelligenza e di serietà del ragazzo; così
mentre si formano i primi gruppi
partigiani Dentici si mette al sevizio del CLN cittadino, per varie missioni – trasporto di prigionieri alleati in montagna,
raccolta e distribuzione di armi,
collegamento con i partigiani – fondando il Fronte della Gioventù ( l’organizzazione giovanile rappresentativa
dei vari gruppi antifascisti ) e
contribuendo alla diffusione della stampa clandestina.
Per questo suo impegno rigoroso Dentici viene chiamato a Milano, dove entra nella segreteria operativa del
CVL ( Corpo Volontari della Libertà) diretta da Parri, che ha la propria sede
clandestina in viale Bianca Maria.
Ormai Jacopo è schedato come "elemento pericoloso" dai fascisti repubblichini che
intensificano gli sforzi di sorveglianza della sede clandestina.
Il 7 novembre 1944, Dentici affronta spontaneamente il rischio di una cattura e
torna presso l’abitazione per recuperare della documentazione.
Cade in un agguato tesogli dai militi della famigerata legione "Muti" e viene arrestato.
Rifiuta ogni collaborazione con i suoi carcerieri che lo consegnano alle SS.
Dopo due mesi di detenzione nel carcere di S. Vittore viene trasferito a Bolzano il 16 gennaio 1945 e
successivamente a Gusen II, uno dei molti sottocampi di Mauthausen dove trova la morte,
per le privazioni ed i maltrattamenti subiti.
Mancano ormai poche settimane alla liberazione del nostro paese e del campo ove è rinchiuso, ma Jacopo
non potrà vedere l’esito del suo coraggioso impegno.
Nel novembre 1946 l’Università degli studi di Milano gli conferisce
la laurea "ad honorem" in Fisica.
Non ho conosciuto Jacopo Dentici . Avevo udito il suo nome sulla montagna fin dal
novembre 1943.
Oggi mi sta dinanzi l’immagine del suo volto ridente, ai piedi della quale leggo:
"La legge morale va portata nel mondo e nella società, va tatuata come sacrificio
perchè serva d’esempio."
Queste parole furono scritte da lui a diciassette anni, poco prima della morte, poiché Jacopo Dentici, nato a Rio Grande nel settembre 1926, cadde nel
campo d’eliminazione di Gusen nel marzo 1945.
Le parole in sè non hanno molta importanza: se ne sono scritte tante e se ne scrivono troppe
anche più solenni; divengono segno mirabile
ai nostri occhi quando noi sappiamo che chi le ha scritte è stato consumato
dal desiderio di attuarle ed ha bruciato la breve vita sapendo di testimoniare nel
sacrificio supremo la legge morale.
Nel maggio 1945, quando ciascuno di noi, che ebbe la ventura di scampare dalla bufera, si guardò
intorno per riconoscere
i volti noti degli amici ed alcuni incontrò ancora commosso, altri non vide più; in quel maggio,
che oggi pare un sogno, mi imbattei per
la prima volta nella madre e nella sorella che aspettavano Jacopo;
Jacopo che non doveva ritornare mai.
Aveva voluto e scelto il suo posto nella lotta per la libertà: era stato arrestato il 7 novembre 1944 a Milano nella sede
del Comando generale del C.V.L. quando, pur sapendo
l’ufficio di Viale Bianca Maria 45 sorvegliato dalla polizia, aveva coraggiosamente tentato di ritornarvi
per porre in salvo documenti importanti; consegnato alle SS tedesche era stato
per due mesi prigioniero nelle carceri di S. Vittore,
di lì era stato trasferito a Bolzano nel gennaio 1945 e poi a Mauthausen nel campo di Gusen II.
Aveva affrontato coscientemente pericoli e tormenti, aveva sfidato nell’orgoglio dell’intelligenza la bestialità
degli aguzzini, non aveva piegato,
ed era morto perduto in quei campi di Germania, dove pare che la nostra epoca abbia voluto per sé il vanto di creare,
la prima volta nella storia, una distesa di strazio umano e di morte più vasta e più orrenda di qualunque campo di battaglia.
Oggi tengo nelle mani
due volumetti, uno rilegato in pergamena con
le strofe di Omar Khajam delle quali ciascuna cominci con una lettera miniata; l’altro rilegato in seta rossa,
che porta nelle piccole pagine in caratteri nitidissimi a mano, versi brevi.
Le rilegature perfette e le miniature dal tratto ancora incerto sono uscite
dalle mani delicate dell’adolescente; i versi dal suo cuore. ( A lato, la poesia evocata da Bianca Ceva )
Premeva sul cuore di Jacopo col sogno tormentoso dell’adolescenza, un presentimento oscuro di dolore creava in lui motivi lirici profondi, ai quali, tuttavia, l’anima sua non s’abbandonava che per brevi istanti, per lasciare all’intelletto, avido di conoscere, tutta la possibilità di indagare, attraverso la verità della scienza e della filosofia, il mistero dell’uomo e del suo mondo.
Nel Gennaio 2019 in ricordo di Jacopo è stata posata (dal suo creatore, l'artista tedesco Gunter Demnig), davanti all'ingresso
del liceo Classico "Severino Grattoni", una pietra d'inciampo.
Guarda le fotografie della posa della pietra d'inciampo cliccando su QUESTA PAGINA WEB
Sempre in sua memoria è stata dedicata da Daniele Ferro (educatore, giornalista, maestro di sostegno di scuola primaria), cittadino vogherese che ha frequentato lo stesso liceo del partigiano
Jacopo Dentici, la sua tesi di laurea in Scienze dell'Educazione,conseguita il 14 dicembre 2018 con 110 e lode all'università
"Milano-Bicocca".
** Altre notizie sulla figura prestigiosa di Jacopo Dentici si possono visionare nella sezione del