Dopo l’occupazione di Voghera da parte delle truppe tedesche, in città sono presenti
due Battaglioni del genio per la fortificazione costiera, poi impiegati in altre zone,
e viene allestito un ospedale militare territoriale.
Nella Caserma viene insediato un Deposito della divisione fascista "San Marco" oltre alla presenza della
Guardia Nazionale Repubblicana ( comandata da Antonio
Bruschi, referente locale dell’Ufficio Politico Investigativo ),
della Brigata Nera (dal luglio ’44 intitolato ad Alberto Guido
Alfieri) ed infine la famigerata Sicherheitsabteilung che
diventerà tristemente famosa per la feroce repressione
antipartigiana, attuata con attività di spionaggio, imboscate,
azioni a tradimento.
La Sicherheitsabteilungè una unità speciale di polizia, costituita da fascisti italiani
che opera sotto il controllo delle SS tedesche ( incaricate di presiedere alla sicurezza
delle retrovie del fronte ).
“ Pochi uomini e molti mezzi: auto, camion, armi automatiche,
munizioni e tanti soldi
coi quali fabbricano spie e informatori.
I soldi li fornisce Salò ma militarmente dipendono dal comandante
di una divisione tedesca.
Sono intoccabili. ( … )
Vestono in nero lugubre e portano un bracciale giallo
con la scritta Sicherheit…”
( da "La traversata" di Paolo Murialdi - edizioni il Mulino 2001 )
Viene creata alla fine del 1943 dal tenente colonnello Alberto Guido Alfieri
“Il colonnello è morto.
Ha ceduto dopo cinque giorni di sofferenze atroci.
Era stato ferito per errore dai suoi, sui monti tra la Valle Staffora e la Val Tidone,
in una notte i cui i suoi soldati per la paura di essere assaliti dai partigiani
si erano asserragliati in una casa isolata,
così terrorizzati che, quando udirono un’automobile avvicinarsi,
si diedero a sparare all’impazzata, sena nemmeno accorgersi che
sparavano contro il loro comandante
che con gli altri saliva lassù in macchina per portare aiuto.
Avevano fatto quello che egli aveva sempre ordinato a loro nel suo odio furibondo;
sparare sempre, senza nessuna discriminazione; per questo furore egli è morto”
( Bianca Ceva "Il tempo dei vivi 1943 – 1945" Milano 1954 )
La morte accidentale viene mascherata dalle autorità fasciste come frutto di una imboscata