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GALLERIA
FOTOGRAFICA


       




   La Sicherheits

I maggiori responsabili delle numerosissime esecuzioni sono soprattutto i membri della locale
Sicherheits. Su gli oltre 130 morti di cui si sono resi responsabili quasi il 90%
sono stati eliminati dopo l’arresto (con episodi di efferatezza: uccisioni di infermi e di feriti,
cadaveri gettati nel pozzo oppure esposti per più giorni, ecc.) e meno del 10% durante il
combattimento.

«Guardo la fotografia dell’ex albergo Savoia di Broni, ribattezzato Villa Nuova
Italia […] quello è stato un luogo tra i più sinistri e lugubri. Come il castello di Cigognola,
sulla collina, dove ad un certo momento si piazza il reparto speciale della Sicherheit,
il più sanguinario, facendone un luogo di torture, di ammazzamenti e di gozzoviglie.
Si sono autodefiniti la "confraternita del pozzo". Ci buttano i corpi dei torturati.»


Paolo Murialdi, "La Traversata", Edizioni Il Mulino, 2001


La Sicherheits Abteilung era un reparto speciale di polizia alle dipendenze della 162a divisione
germanica
(con un maresciallo SS che assicurava il diretto controllo del comandante tedesco).
Il suo nome la dice lunga rispetto alla sua posizione. Affiancava le truppe tedesche nei
rastrellamenti e si è resa responsabile di numerosissime azioni di rappresaglia, spionaggio,
arresto
. Si era costituita a
Voghera, alla fine del ’43,
inizialmente trovando sede
presso il Comando piazza
germanico
e ingrossandosi col
passare dei mesi, passando
dalla quarantina di effettivi di
fine ’44 ai circa 250 del ’45.

Agli inizi di giugno del ’44 si era
trasferita da Voghera a Varzi,
a più diretto contatto con i
focolai della ribellione, e il
comando era stato assunto,
dopo la morte del fondatore il
colonnello Alberto Alfieri (fine giugno), da Felice Fiorentini, ex ufficiale dell’aeronautica.
Scacciata con le altre forze nazifasciste da Varzi nel periodo della “Repubblica partigiana”,
si stanziò a Broni, al limite tra la pianura e la zona collinare, nell’ex albergo Savoia, ribattezzato
Villa Nuova Italia, (dove costituì una prigione, attraverso la quale passarono decine
di partigiani, renitenti e antifascisti.

Una delle sue sezioni distaccate posta nel castello di
Cigognola
divenne tristemente famosa. Nel paese avvenne
uno dei più vasti eccidi della nostra provincia, il 19 dicembre
del ‘44
furono uccisi in piazza 7 partigiani catturati qualche
giorno prima, poche ore dopo venne ucciso un mendicante
e il giorno dopo un altro partigiani, tutti i cadaveri restarono
esposti per due giorni.

L’efferatezza di questo come di altri episodi offrì il pretesto
alle autorità della Repubblica di Salò per tentare di porre un
freno a questa banda autonoma, o meglio a ricondurre la
violenza al monopolio dello stato. Il sottosegretario agli
Interni
Giorgio Pini, in visita a Pavia, scrisse a Mussolini che
le autorità fasciste locali «[sono] unanimi nel deplorare
l’esistenza e i metodi adottati dal reparto»
che «agisce
con lo stile di un banditismo e di un ribellismo alla
rovescia senza riguardi a leggi e procedure»
, per di più «provocando la defezione di
elementi della Brigata Nera e GNR con l’allettamento di migliori paghe»
.

Contromossa di Fiorentini che si concretizza in una lettera di appoggio di 30 iscritti al PFR di
Stradella al gen. Ralph von Heygendorff, comandante della 162a Turkestan, col suo nome è
indicato il grande rastrellamento di fine novembre.

Tra i pochi “forestieri” aggregati alla Sicherheits. un gruppo di toscani, spinti al Nord
dall’avanzata delle truppe alleate. Colpisce in questa polizia, e anche tra i più feroci
torturatori
, la presenza di un numero considerevole di giovani, molti dei quali esenti da "obblighi
di leva"
. Dai dati raccolti durante i processi del dopoguerra si riesce a ricostruire un quadro,
seppur incompleto della banda: i nativi nell’Oltrepo sarebbero pari al 60%, l’età media
complessiva risulterebbe di circa 23 anni e il 1928 l’anno di nascita più rappresentato con
venti effettivi .

«Dalla cronache giudiziarie (…) si sono ricavati 258 nominativi di appartenenti alla S.A.
Per oltre un centinaio mancano le complete generalità anagrafiche. Le donne sono 24,
delle quali 11 non identificabili, 10 hanno età comprese fra i 42 e i 22 anni, 2 sono 19enni
ed una 17enne. Fra gli agenti di sesso maschile, il più anziano appartiene alla classe 1889
ed il più giovane al 1931. Essendo nati fra gli anni 1927 e 1931, ben 57 erano esclusi dal
servizio militare di leva. Gli elementi maschili e femminili sufficientemente identificabili,
in numero di 157, risultano nativi dell’Oltrepò Pavese in 94»
.

Mario Scala, "La resa dei conti della «Sicherai»", Bollettino della Società Pavese
di storia patria, 1996



Come ulteriore elemento di conoscenza vi proponiamo il testo "La resa di Cigognola" di
Ugoberto Alfassio Grimaldi (nel quale è rievocata la cattura di Luciano Serra, vice comandante
del presidio della Sicherheits). Il brano è tratto dalla pubblicazione “Il coraggio del No”.

LA RESA DI CIGOGNOLA 369Kb

 

 

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