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    La battaglia dell’Aronchio


Il primo vero scontro tra partigiani e fascisti avviene il 25 luglio 1944
ed ha per teatro il largo greto dei torrenti Staffora e Aronchio nel loro punto di confluenza.
I partigiani di "Americano" (Domenico Mezzadra ) e delle formazioni di "Giustizia e Libertà" combattono insieme sconfiggendo i fascisti che, mandati allo sbaraglio dai loro comandanti, subiscono dure perdite.
Domenico Mezzadra "Americano" Nel corso della battaglia "Americano" viene ferito al braccio destro ma prosegue lo scontro impugnando il mitra con la mano sinistra: un gesto che accresce la fama ed il prestigio del comandante tra i suoi uomini e la popolazione.
Nel corso dello scontro muore il giovanissimo "Monello" (Aldo Casotti), a cui sarà dedicata in seguito una brigata garibaldina. Spicca la figura di "Nando"
(Rinaldo Dellagiovanna)
contadino di Varsaia che verrà ucciso
dai fascisti nel corso
del rastrellamento estivo.

La battaglia del 25 luglio assume grande importanza soprattutto per la partecipazione contadina: donne e uomini forniscono un contributo fondamentale, non solo di aiuto e supporto ai partigiani ma anche di intervento armato(con i fucili da caccia) contro l"attacco nemico.
Un segno importante di coinvolgimento e adesione delle popolazioni nei confronti della Resistenza che, di fatto, controlla ormai la montagna e l’alta collina.

 

 

Di seguito la scheda della battaglia:

«Le giornate del 24 e 25 luglio 1944 – che prendono il nome di battaglia dell’Aronchio – restano nella storia della Resistenza oltrepadana come il primo scontro in campo aperto tra partigiani e fascisti, con la sconfitta dei repubblichini.
Solo dieci giorni prima a Cabella ligure il presidio della GNR era stato assaltato con successo da “Americano” con gli uomini di Angelo Ansaldi “Primula Rossa” e Nando Della Giovanna “Nando”, favorendo la fusione tra i due gruppi.

Lo scontro nasce da una azione di rastrellamento che nella giornata del 24 si dirige verso Zavattarello, Romagnese, Val di Nizza e Brallo. Quest’ultima colonne incontra una forte resistenza nella frazione Montemartino e viene messa in fuga. Viene catturato il maggiore Laxca Bojaxhju che guida le truppe fasciste e respinti con successo i rinforzi arrivati da Varzi in un duro scontro, nel quale “Americano” ferito ad un polso prosegue la lotta. La reazione dei fascisti vede l’organizzazione di una immediata, nuova puntata in questa direzione, con oltre 200 uomini tra reparti della Brigata Nera, della Scuola allievi ufficiali di Tortona e della "Sichehreit".

La colonna fascista si accanisce sui civili uccidendo il giovane contadino Andrea Rossi (22 anni) a San Martino di Varzi, mentre a Carro sono assassinati Giacomo Stefano Buscaglia (31 anni) e la madre Maria Celestina Manfredi (59 anni), accorsa alla notizia della morte del figlio. Il giovane Francesco Tacchella (15 anni) viene colpito a morte da una scheggia nei pressi dell’Aronchio. Ad opporsi con successo all’attacco sono i garibaldini della “Capettini” e della “Crespi” ed i giellisti della 4a Brigata, con la presenza di contadini del luogo, giovani e anziani, che hanno deciso di battersi contro i rastrellatori (così come avverrà anche in Val Borbera un mese dopo).

Lo scontro si conclude con la netta sconfitta degli assalitori che lasciano sul terreno una decina di morti, alcuni prigionieri, tra i quali Elsa Cristofori, ausiliaria della X Mas, aggregata alla Sicherheit, che verrà fucilata.
Tra i partigiani cadono il garibaldino Carlo Benedini (28 anni) di Bocco ed il giellista Giovanni Ferrari (20 anni) di Menconico, mentre Rinaldo Dellagiovanna (27 anni) di Menconico è ferito al viso (verrà ucciso un mese dopo nel corso del rastrellamento estivo).

Muore anche il quindicenne Aldo Felice Casotti “Monello”, nato a Minucciano (Lucca) e residente con i genitori a Nervi, in Liguria. Fuggito di casa per unirsi ai partigiani viene colpito mentre portava munizioni ai suoi compagni. Al suo nome verrà intitolata la Brigata garibaldina comandata da Luchino Dal Verme “Maino”. E stato insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare

 

   Proposte bibliografiche

  • “L’Altra guerra” Giulio Guderzo ed. Il Mulino 2002
  • “La Resistenza scolpita nella pietra” Ugo Scagni ed. Guardamagna 2003
  • “Il coraggio del NO” a cura di U. Alfassio Grimaldi ed. Amm. Prov. di Pavia 1976
  • “Oltrepo partigiano” a cura di C. Ferrario e Fulco Lanchester ed. Amm. Prov. di Pavia 1973
  • “Storia della Resistenza in provincia di Pavia” A. Barioli, A. Casati, M. Cassinelli ed. Quaderni Amm. Prov. di Pavia 1961

 

 

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