Quei morti di Reggio Emilia
In risposta alla rivolta genovese Tambroni ordina la linea dura contro qualsiasi contestazione o
protesta. Il 5 luglio a Licata, una manifestazione popolare contro il carovita, la penuria d’acqua
e la mancanza di lavoro è soppressa violentemente dalla Polizia.
Rimane ucciso Vincenzo
Napoli,
25 anni (mentre cercava di difendere un bambino tenuto fermo ad un muro e picchiato
dai celerini). Il 6 luglio a Roma, con una carica di Cavalleria, la Polizia, a Porta San Paolo,
reprime un corteo antifascista.
7 Luglio 1960 - Reggio Emilia
Nel pomeriggio del 7 Luglio
una manifestazione sindacale
pacifica, legata ad uno
sciopero generale, indetto
dalla CGIL è caricata da
Polizia e Carabinieri.
Non solo idranti, lacrimogeni e
"caroselli di camionette".
Le Forze dell’ordine sparano
ad altezza d’uomo. Per quasi
un’ora risuonano i colpi di
mitra e moschetti.
Alla fine di questa "mattanza,
i feriti saranno 21, e sul
selciato rimarranno i corpi
inermi di 5 persone, 5 lavoratori, tre dei quali ex partigiani:
- Afro Tondelli, operaio di 36 anni, partigiano della 76a SAP, è il quinto di otto fratelli.
- Lauro Farioli, operaio di 22 anni, orfano di padre, sposato e padre di un bambino.
- Marino Serri,, pastore di 41 anni, partigiano della 76a, primo di sei fratelli.
- Ovidio Franchi, operaio di 19 anni, il più giovane dei caduti.
- Emilio Reverberi, operaio di 39 anni, partigiano nella 144a Brigata Garibaldi
era commissario politico nel distaccamento "G. Amendola"
Il giorno seguente la
strage
di Reggio Emilia uno
sciopero generale blocca il
paese.
Poi verranno gli scontri ed
altri
morti a
Catania ed a
Palermo.
Ai funerali dei
5 lavoratori
parteciparono di
150mila
persone. Il
19 luglio Tambroni
rassegnò le dimissioni.
Il
processo per i
"fatti di
Reggio Emilia", che si
celebrò
nel
1964 terminò con l’
assoluzione dei responsabili della
strage.
«Dalla ricostruzione di Murgia
Il primo a cadere è Lauro Farioli, 22 anni,
padre di un figlio. Ai primi spari, si è lanciato
incredulo verso i poliziotti come per fermarli;
gli agenti sono a cento metri da lui:
lo fucilano in pieno petto, gli sparano in faccia
(…) Ovidio Franchi, un ragazzo di 19 anni,
muore poco dopo. Un proiettile l’ha ferito
all’addome. Ferito, cercava di tenersi su
aggrappandosi a una serranda. Un altro,
ferito lievemente, lo voleva aiutare. Poi
è arrivato uno in divisa e ha
sparato su tutti e due.
Emilio Reverberi, 39 anni, operaio, ex
partigiano: lo spezza in due una raffica di
mitra. Morirà più tardi in sala operatoria.»
Dal libro di
Paolo Nori "Noli la farem vendetta"
Feltinelli 2006
Di seguito una scheda di approfondimento di Girolamo De Michele, (in formato pdf), presente
sito-portale "Reti Invisibili" dal titolo:
Il racconto di quella giornata in un articolo (in formato pdf) pubblicato sul quotidiano "La Gazzetta di Reggio" il 6 Luglio 2002
Nota: Le foto presenti in questa pagina provengono dal sito web
"istoreco.re.it"