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   La rete clandestina
   Resistenza in città e nascita del CLN


A partire dal 1942 in città si è formata una prima rete clandestina promossa dal
Partito Comunista che punta alla presenza all’interno dei luoghi di lavoro.
Alle spalle ci sono anni di tenace opposizione, pagata con il carcere
ed il confino ( è il caso di Riccardo Dagradi, che diverrà rappresentante nel CLN
e Sindaco della città liberata poi riconfermato nelle prime elezioni democratiche,
di Guglielmo Gregori, Amedeo Ferri ) anche solo per avere diffuso la stampa
clandestina, raccolto fondi per l’attività antifascista od a sostegno delle famiglie
dei perseguitati.
Successivamente al 25 luglio si svolge un primo incontro presso l’abitazione
dell’Ing. Luigi Claretto ( socialista ) di un "Comitato d’intesa" tra i partiti antifascisti che vede
la presenza di Claudio Crescenti ( repubblicano ), Riccardo Dagradi ( comunista ),
Pietro Denari ( azionista ), Angelo Nassano ( popolare ) ed Attilio Morini ( socialista ).

 

“ La prima Voghera comincia subito, all’inizio di luglio.
La città diventa la mia base perchè il primo incarico è la ricerca
di aiuti a Genova ( … ).
Al mattino presto arrivavo a Voghera.
Andavo nello studio del dentista Bozzi, parente di Edoardo
( Italo Pietra ndr ),
oppure nella grande casa di Luigi Gandini, vicino alla Staffora.
Gandini, cattolico-liberale, era il presidente del Comitato di liberazione.
Commerciava in foraggi e in granaglie. Nel suo granaio feci alcuni sonni tranquilli.
Il coprifuoco era mobile. Poteva cominciare alle 21 oppure alle 23, a discrezione
dell’ufficiale tedesco che comandava la gendarmeria.
Si circolava ma la sera si rischiava di imbattersi nelle pattuglie
della Guardia repubblicana e della brigata nera, nata in giugno.

Nella grande caserma della cavalleria c’erano soltanto pochi soldati
del battaglione San Marco.
I fascisti più pericolosi erano quelli di un reparto speciale collegato alle SS
che operava in città e sulle colline alla ricerca dei renitenti.
Si chiamava Sichereit.
Nella memoria di Carlo Gisco, allora un ragazzo che stava poco in casa,
le pattuglie alla caccia di renitenti e il settimanale arrivo di Pippo, il pilota
che cercava di colpire i ponti sullo Staffora, alla periferia di Voghera,
sono ancora ricordi vivi.
I bombardamenti miravano all’Officina ferroviaria e allo stabilimento Visa.

Gisco ricorda bene quelli della Sichereit.
Il colonnello che aveva costituito il reparto conviveva nella famiglia del suo vice, molto conosciuto perchè era il direttore della ferrovia Voghera – Varzi.
Controllati i documenti i militi timbravano il polso della persona fermata
prima di lasciarla andare.
Alberto Arbasino ricorda che suo padre, già arrestato e rilasciato, preferiva dormire
in farmacia " per non subire – diceva – l’onta del timbro".

In centro c’era l’albergo Italia, con un ristorante ben fornito anche in quei tempi,
ma per me era meglio non frequentarlo e non soltanto perché costoso.
Ero andato una volta o due al Bar del Teatro, citato da Edoardo, ma lui non c’era perché
andava su e giù sulle colline.
Una sera il dentista mi porta al circolo "Il ritrovo" dove vedo tanti manager della direzione dell’Ansaldo, trasferita da Genova, che vestono una regolare grisaglia. ( … )

Devo salire in montagna.
Lo faccio dopo una lunga attesa.
Il Comitato di Voghera è bene informato e mi evita di cadere in qualche trappola percorrendo i sentieri della Valle Schizzala.
Perché da luglio alla metà di settembre tedeschi e fascisti compiono diverse incursioni
e un grosso rastrellamento.
Fermano Edoardo a Torre degli Alberi ma non lo riconoscono.
Fu un caso fortunato perché, come accade sopratutto nelle guerre civili,
le spie sono tante.
Anche in quella zona sta cambiando il tempo della guerra.
I bandi di Graziani, lo sbarco in Normandia, la liberazione di Roma e l’avanzata
dell’Armata rossa ingrossano le file dei ribelli.
Nello stesso tempo al maresciallo Kesserling, con le sue divisioni schierate sulla
Linea Gotica, interessa sempre di più il transito sulla via Emilia e sulla Statale 35, da Milano a Genova.
L’Italia del Nord è ormai spaccata in due campi aspramente ostili&hellip”


( da "La traversata " di Paolo Murialdi - edizioni il Mulino 2001)

 

Ma è nel settembre 1943 che nasce il Comitato di Liberazione Nazionale ( CLN )
di Voghera che si qualificherà nel corso della propria attività di sostegno al movimento
partigiano come il comitato più importante dell’intera provincia di Pavia.
L’avvio del CLN è favorito anche dalla presenza di Ferruccio Parri, presente a Voghera
come dirigente dell’ufficio studi della società Edison, e dalle sue capacità organizzative.
Le prime attività puntano, grazie ad una fitta rete di informatori e collaboratori militari,
al contatto ed alla destinazione nei luoghi di raccolta delle prime bande dei soldati sbandati
dopo l’8 settembre, di giovani in età di leva che non vogliono arruolarsi, di vari oppositori,
di sostegno ai prigionieri alleati fuggiti ai nazifascisti.
Nel febbraio 1944 durante il trasferimento verso la zona di Boglelio in alta Valle Staffora,
di un gruppo di prigionieri inglesi, ancora disarmati e nascosti in precedenza
nei boschetti lungo il Po,
vengono arrestati Pietro Denari e Bianca Ceva.
Denari sarà in seguito liberato nel corso di una azione partigiana contro il Castello
sede della prigione, mentre la Ceva è trasferita a San Vittore a Milano.
L’attività del CLN subisce un duro colpo e diversi dei suoi componenti si trasferiranno
in altre zone per evitare ulteriori arresti.
La ripresa verrà guidata da Luigi Gandini, commerciante vogherese di area cattolica, legato
all’ambiente dei Padri Barnabiti, che ne assumerà la presidenza nella primavera "44,
dopo che a fine gennaio il Comitato ha trasferito la propria sede a Fortunato.
Il CLN promuove anche la nascita nel mese di settembre della brigata "Staffora" guidata da
Alberto Ermes Piumati, che passerà alla fine di ottobre nelle file
delle formazioni "Garibaldi" con il nome di "Cornaggia" ( un partigiano caduto
nella battaglia di Pertuso).
Non mancheranno,ovviamente, anche contrasti e divergenze di opinioni
tra il CLN e le formazioni partigiane ( commissari politici e comandanti, in particolare )
sia per le differenze tra le forze politiche presenti che per il ruolo diverso ( logistico, politico,
organizzativo ) svolto dagli organismi presenti in città rispetto
alla situazione dei gruppi partigiani combattenti.