-----------------------------------------

Menu:

galleria fotografica

GALLERIA
FOTOGRAFICA


       




    «STURMTRUPPEN»


Le più famose "truppe d’assalto" del fumetto
italiano appaiono, per la prima volta, nel
1968 sul quotidiano "Paese Sera", create
dalla matita di Bonvi (Franco Bonvicini).
Le mitiche «STURMTRUPPEN» non sono
solo una satira antimilitaristica, una
denuncia sull’imbecillità della guerra e
di chi la fa
, non si limitano a lanciare
solamente un messaggio pacifista, sono
molto di più. Nelle sue strisce il Bonvi, con
quel suo approccio particolare (anaroide
si direbbe) che lo ha sempre contraddistinto,
esprime una graffiante denuncia contro il
mondo piccolo borghese nel suo
complesso. Dunque, tramite questo fumetto
popolato da “piccoli soldati”, si vuole criticare
tutti coloro che, in guerra come in pace,
sono ligi a seguire i dettami che vengono
loro imposti, non solo dall’autorità
costituita
, ma da tutte quelle forme di
dominio e controllo esercitato dai poteri forti
ai danni del cittadino comune, ordini che vengono eseguiti in nome di un identico, ipotetico
senso del dovere, che annulla ogni responsabilità e qualsiasi implicazione personale.

 

 

E’ la filosofia tragica dell’ “obbedienza cieca, pronta
und assoluten”
che seguono i fantaccini tedeschi, ora
pronti a riverire gli ottusi ufficiali o i sadici sergenti, gli
stessi che nella vita civile diverranno i loro capi, capetti
e capouffici. Una filosofia del disimpegno che esige di
ubbidire, in silenzio, anche agli ordini più “balordi,
strambi, iniqui, pericolosi o addirittura disumani”
.
lol

Sotto la divisa da ligie «STURMTRUPPEN» si nascondono le fattezze del piccolo borghese
sempre disposto ad ubbidire a qualunque costo, magari nel proprio profondo ribelle, ma che non
riesce ad esserlo per viltà e, anche per questo, si sente un frustrato, incapace di reagire
all’autorità, di qualsiasi colore sia e da qualsiasi ambito provenga.
Le strips di Bonvi mettono alla “berlina” sia i culti militaristici (la patria, l’uniforme, l’obbedienza
cieca ed incondizionata
), sia la devozione ad un tipo di società consumistica, ipocritamente
moralistica, indifferente
, che ha alienato da sé l’uomo come figura di riferimento.
In definitiva Il piccolo esercito di militari nazisti è lo specchio di tutte le società gerarchiche,
oppressive, demenziali
nella loro (presunta) onnipotenza. Dall’amara devastante ironia dei
personaggi bonviani nasce una riflessione sull’inumanità della guerra, il bisogno di pace,
accentuata dalla rassegnazione che pervade i suoi ’soldatinen’ verso tutto ciò che li circonda,
una realtà per loro irrisolvibile, e più in generale, sulla sopraffazione dell’uomo sull’uomo.
E’ questa feroce satira il segreto del successo delle «STURMTRUPPEN», un successo che
continua ancor oggi (la “strip” e’ stata tradotta in undici lingue e pubblicata in venti paesi) , per
questo fumetto atipico che cattura il lettore anche per il senso decisamente comico e
paradossale di alcune situazioni, i personaggi inverosimili (vere e proprie parodie di vizi
e luoghi comuni), il disegno essenziale che ha come sfondo “il campo di battaglia”, e per finire la
geniale intuizione della pseudo parlata teutonica, un italiano germanizzato, denominata
il “Tedesken”. In conclusione, meglio di tante parole, lasciamo al fantaccino della striscia
qui a fianco
l’eloquente,
illuminante
e definitivo
messaggio
finale:
“ Secondo me,
con questa
storien dell’obbedienza…..”

 

 

Di seguito potete visualizzare uno slideshow delle strisce di «Sturmtruppen». Per
visualizzarle basta cliccare sui numeri posti in basso a sinistra rispetto alla serie di disegni.

 



 

Nota a margine: Parte della traccia testuale è ripresa da un articolo di Maria Grazia Perini
apparsa sul numero 12 di eureka pocket (Dicembre 1974), collana diretta da Luciano Secchi
per conto dell’editoriale corno.

 

 

 

Vai alla pagina precedente Vai alla pagina successiva

Torna a «Resistenza» e «Memoria» a "Fumetti"