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I dati che vi proponiamo in queste pagine sono il frutto di una ricerca condotta dai professori
Marco Savini e Maria Antonietta Arrigoni, ricercatori presso l’Istituto per la storia della
Resistenza e dell’età contemporanea di Pavia
, sul contributo fascista nella repressione
partigiana in Oltrepo pavese
. Questo lavoro storico è stato proposto, dagli stessi autori, alla
SOMS di Voghera il 19 Novembre 2010.
Nella stessa serata Marco Savini e Maria Antonietta Arrigoni hanno anche illustrato gli aspetti
relativi alla Deportazione vogherese.
Ricordiamo che la documentazione storica e gli elementi conoscitivi citati in questa sezione sono
presenti, all’interno del II volume del "Libro dei Deportati", nel capitolo dal titolo specifico
«Deportati, deportatori, tempi e luoghi» (Milano, Mursia, 2010), in un approfondito studio
del prof. Marco Savini.

 

  Il contributo fascista alla repressione
   antipartigiana. Il caso dell’Oltrepo pavese

Consistenza delle principali formazioni parigiane operanti in Oltrepo

L’Oltrepo è stata una
zona cruciale per la lotta
partigiana
, importante
collegamento tra Genova,
il mare, la pianura padana
e Milano. Rispetto agli
altri due territori di
pianura della provincia di
Pavia
(la Lomellina, ed il
Pavese propriamente
detto), che hanno visto
operare soprattutto i
Gruppi d’Azione
Partigiana
, l’Oltrepo ha
subito deportazioni ed
uccisioni di antifascisti e
partigiani in misura
nettamente superiore.
In larga parte è dovuta alla conformazione collinare e montana del territorio che ha favorito
l’insediamento di diverse formazioni garibaldine, matteottine e gielline, ed è stata sede
per più di un mese di una repubblica partigiana. È in questa zona del pavese che si è
manifestata maggiormente l’azione repressiva antipartigiana, con l’organizzazione di
"rastrellamenti" e rappresaglie che hanno coinvolto spesso le popolazioni civili.

Anche grazie al registro custodito presso l’Istituto per la storia della Resistenza di Pavia,
istituito nel dopoguerra per attribuire il riconoscimento di partigiano combattente, siamo in grado
di quantificare, in linea di massima, il numero dei combattenti per la libertà in questo territorio.
Da questo registro risulta che le formazioni più numerose furono quelle dei "garibaldini", che
contavano 1652 partigiani ( i morti furono 127 il 7,7% del totale), seguite da quelle di
"Giustizia e Libertà" con 472 combattenti (57 morti il 12,1% del totale), per finire con
i "matteottini", con 343 effettivi ( 48 morti il 13,8% del totale).



Sorte delle vittime della repressione nazifascista

tipo

totale deceduti

deceduti in Oltrepo

deceduti nei Lager

partigiani

240

219

21

collaboratori

10

8

2

civili

78

78

-

renitenti/sbandati

28

27

1

disertori

6

6

-

antifascisti

2

-

2

totale

364**

343

26

**di cui 17 donne (2 garibaldine, 1 collaboratrice, 14 civili) e 7 stranieri (5 partigiani, 2 disertori)
Risultano arrestati in Oltrepo e deportati nei Lager anche 6 ebrei, 4 sopravvissuti e
2 deceduti (non conteggiati nelle tabelle).



Vittime in Oltrepo per tipologia delle azioni repressive nazi-fasciste

Nelle morti provocate dai nazifascisti è interessante rilevare il numero elevato di quelle, anche
nel caso di partigiani, che non sono avvenute durante scontri armati, anzi, leggendo i dati,
meno della metà dei "Ribelli sono stati uccisi in combattimento, moltissime sono state le
uccisioni sommarie dopo la cattura.

 

totale

esecuzione

deportazione

combattimento

non si conosce

 Garibaldini

127

57

14

52

4

 Matteottini

48

25

2

21

-

 Giellini

57

27

4

23

3

 altri partigiani

8

3

1

4

-

 tot. partigiani
        %

240

112
46,7

21
8,7

100
41,7

7
2,9

 collaboratori e antifascisti

12

8

4

-

-

 renitenti e sbandati

28

25

1

2

-

 disertori

6

6

-

-

-

 civili

78

39

-

34

5

 Tot. generale

364

190

26

136

12

 

 

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