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   Le fonti storiche

I dati numerici possono rappresentare una risorsa per l’analisi storica. Partendo da questo
presupposto, attraverso un esame quantitativo integrato dalla descrizione di casi concreti,
è possibile valutare a livello locale, il contributo fascista alla lotta anti-partigiana.

Una prima ricerca sui caduti della Resistenza pavese era stata pubblicata da Gianfranco
Tibiletti
in appendice al volume "Storia della Resistenza", edito dall’Amministrazione Provinciale
di Pavia
nel 1959. Ad essa era seguita un’indagine capillare in tutti i comuni, confluita nella
pubblicazione "I caduti della Resistenza nella provincia di Pavia", curata dall’Istituto pavese
nel 1967. In anni più recenti Ugo Scagni ha
pubblicato un elenco di tutti i morti dell’Oltrepo
durante i mesi della lotta partigiana,
segnalando anche le vittime civili, i renitenti e
i disertori ("La Resistenza e i suoi caduti tra il
Lesima e il Po"
, Varzi, Edizioni Guardamagna,
1995
). I suoi dati possono essere confrontati
con quelli di Bruno Meriggi, che però si limita ai
caduti che militavano nelle file matteottine
("I caduti della Divisione Matteotti Valle
Versa «Dario Brani»"
, Stradella, 1992).
Infine la pubblicazione di Giulio Guderzo,
inserisce i nomi di molte di queste vittime
all’interno delle dinamiche più vaste della
Resistenza locale e dei comportamenti delle
popolazioni coinvolte nelle azioni di
rastrellamento e rappresaglia ("L’altra
guerra. Neofascisti, tedeschi, partigiani,
popolo in una provincia padana: Pavia,
1943-1945"
, Bologna, Il Mulino, 2002).
A questi testi si può affiancare, intrecciando i
dati, un registro dei “Morti” (già utilizzato da
Tibiletti), compilato appena dopo la Liberazione, conservato presso l’Istituto pavese (non
catalogato) contenente 460 nomi di partigiani originari della provincia.

Sono stati esclusi da tutti conteggi i morti per incidenti, fuoco amico, bombardamenti; sono stati
invece inclusi i partigiani appartenenti a formazioni pavesi morti nelle province limitrofe.
Per un confronto può essere utile presentare anche il numero e la tipologia delle morti nel
campo nazi-fascista.
In questo caso si sono consultati Mario Scala ("La resa dei conti della «Sicherai»", Bollettino
della Società Pavese di storia patria, 1996
, "La Repubblica Sociale Italiana giudicata dai
Tribunali pavesi"
, Bollettino della Società Pavese di storia patria, 1997) e Fabrizio Bernini
("Nel sangue fino alle ginocchia. La guerra civile nell’Oltrepò pavese 1943-1945", Copiano,
1999
), raffrontati sempre a Giulio Guderzo (L’altra guerra, cit.).

«I nazi-fascisti sono poco più della metà degli antifascisti uccisi: 19 tedeschi e 190
italiani. Un quarto dei fascisti morti è stata giustiziata dopo la Liberazione (per la
Sicherheit e la BN più dopo che prima). I tedeschi hanno provocato sei volte più morti di
quelle che hanno subito, mentre tutte le formazioni partigiane hanno avuto più decessi di
quelle provocati, il rapporto meno sfavorevole è dei matteottini che hanno subito poco
meno del doppio delle morti rispetto a quelle che hanno inflitto.»


Bruno Meriggi, "La Matteotti dalla Brigata alla Divisione", Belgioioso, 2000, pp. 1356137

Nell’Oltrepo si deve constatare una ricchezza di studi locali, i quali oltre a dare ovviamente una
maggiore evidenza a questo territorio, sono abbastanza precisi per quanto riguarda il numero e
i responsabili delle deportazioni e delle uccisioni. Un limite di queste fonti, forse inevitabile, è la
non sempre chiara distinzione dei responsabili delle singole operazioni: le indicazioni “squadre
repubblichine”
e “forze nazifasciste” sono evidentemente troppo generiche, anche se spesso
le azioni, specie i rastrellamenti sono state compiuti da più corpi congiuntamente.
Un altro vincolo delle fonti consultate è quello relativo alla sola registrazione dei caduti, mentre
non è stato raccolto un elenco dei sopravvissuti alle azioni repressive. Per i deportati è possibile
ovviare con i nomi raccolti nei recenti lavori sui deportati pavesi e di quelli vogheresi nei Lager,
invece quasi nessuna fonte è stata reperita per gli altri arrestati in Oltrepo.

 

 

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