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"LA FORZA DEL DESTINO"- ONDINA PETEANI, AUSCHWITZ E LA LIBERTÀ"

Il 27 gennaio 2012 alle ore 21,00, sul canale “Arturo” visibile su satellite SKY al canale 138 , su Digitale Terrestre al canale 221 e su IPTV Telecom Italia,andrà in onda il documentario “La forza del destino"- Ondina Peteani, Auschwitz e la libertà” dedicato ad Ondina Peteani.

LA FORZA DEL DESTINO Ondina Peteani nasce a Trieste il 26 aprile del 1925. Cresce a Vermegliano, presso Ronchi dei Legionari, un borgo non lontano da Monfalcone, sede del grande Cantiere Navale. E’ qui che Ondina appena quindicenne, entra inizialmente in contatto con gli antifascisti che combattono il regime. Giudicata adatta per qualità e volontà, viene successivamente accolta tra i partigiani del Carso e impiegata come staffetta. Attraverso le voci di testimoni diretti, ricorderemo, alcune delle sue azioni divenute leggendarie: come l’agguato a Bleki, responsabile diretto di una caccia spietata attuata da fascisti e nazisti, segnata da stragi, esecuzioni e incendi, una spia che aveva seminato la morte e terrore tra i partigiani e le loro famiglie e il territorio.
Ricostruiremo la storia della Resistenza italiana e slovena al fascismo, in questa zona di confine, fino all’armistizio dell’8 settembre del 1943, quando Trieste entra a far parte, insieme a tutta la Venezia Giulia, dell’OZAK (Operationszone Adriatisches Küstenland), alle dirette dipendenze del Gauleiter di Carinzia, Friedrich Rainer.
L’11 febbraio del 1944 Ondina viene arrestata e rinchiusa a Trieste nelle celle di tortura nei sotterranei del comando SS di Piazza Oberdan. Qui, in tre settimane di segregazione assiste impotente a soprusi malvagi di ogni genere, i metodi delle famigerate SS per estorcere informazioni diventano ogni giorno più efferati. Soprattutto, fa paura quello che accade nella Risiera di San Sabba, dove si dice avvengano esecuzioni di massa. Poi altri mesi al carcere del Coroneo e il 22 aprile rischiando di finire impiccata tra i cinquantuno civili prelevati a caso dal carcere per la decimazione nazista inferta in risposta a un’attentato partigiano che causa cinque vittime nella sede del Soldatenheim di Palazzo Ryttmeyer (oggi conservatorio di musica Tartini). La popolazione è obbligata a transitare nella via davanti a quello scempio di morte e un’amica di famiglia crede di riconoscere Ondina tra i martiri trucidati si precipita a informare la madre che con il cuore in gola vola a Trieste e nello sgomento generale, riscontra che non è sua figlia.
Il 31 maggio, all’alba, insieme ad altri prigionieri, Ondina partirà sollevata da Trieste, credendo di aver trovato finalmente una via per la libertà. Tra le tante stivate nel carro bestiame, anche Ida Candotto, sorella di Mario, pigiato nei vagoni di testa con il padre, e questa sera assieme a noi, infaticabile e strenuo testimone della deportazione nei Lager nazisti.
Le speranze di Ondina e di tutti svaniscono improvvisamente: i vagoni degli uomini vengono staccati e mandati a Dachau, quelli con le donne, proseguono per Auschwitz. Qui, Ondina farà l’esperienza di quello che lei chiamerà “il fango di Auschwitz”, l’assenza di qualsiasi tipo di umanità.
Eppure, rocambolescamente, Ondina riuscirà a tornare a Trieste e a reagire a quell’esperienza agghiacciante con una vita spesa per il bene della sua comunità. Oggi, Ondina è considerata la prima staffetta partigiana d’Italia. Tra le voci che la raccontano: il figlio, Gianni Peteani, Oscar Baldan, testimone dell’attacco a Bleki, Mario Candotti, collaboratore partigiano, una riflessione storica del Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, Anna Di Gianantonio, assieme a Gianni Peteani autrice del libro edito da Mursia - “Ondina Peteani - La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l’impegno sociale: una vita per la libertà”.
Gli esterni sono stati girati in Piazza a Vermegliano, a Selz, sul Carso, a Ronchi dei Legionari, Monfalcone all’ingresso storico del Cantiere, al Monumento che commemora gli oltre cinquecento operai che indossando la tuta da lavoro uscirono assieme per raggiungere le alture e unirsi ai partigiani nell’eroica battaglia di Gorizia, a Trieste in Piazza Oberdan, al Comando delle SS, in Risiera, al monumento Alma Vivoda, prima martire della Resistenza italiana, al carcere del Coroneo, al carcere dei “Gesuiti", alla stazione ferroviaria di Trieste e all’abitazione di Ondina a Vermegliano e in Viale XX settembre a Trieste, al Comune di Trieste, in Piazza Unità d’Italia, nello studio del Sindaco Cosolini e sul balcone attiguo da dove Mussolini il 18 settembre 1938 diede materialmente inizio alle persecuzioni razziali contro gli ebrei.
A fine inverno sono state registrate le immagini in Polonia, ad Auschwitz.

  27.01.12 20:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Antifascismo, Resistenza, Spettacoli, Novità, Razzismo, Memoria, 27 Gennaio / Giornata della Memoria, Cultura
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