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MEZZEGRA, “RUBATA LA TARGA DEI PARTIGIANI”

MEZZEGRA, “RUBATA LA TARGA DEI PARTIGIANI”

Nella notte tra il 9 e 10 ottobre ignoti hanno rubato la targa inaugurata sabato 6 ottobre 2012.

COMUNICATO STAMPA ANPI

Como 10 Ottobre 2012
Sembra proprio che la faziosità e la stupidità non abbiano limite anche da noi!

Nella scorsa notte ignoti hanno rubato la targa, posta vicino a Villa Belmonte di Mezzegra dall’ANPI provinciale di Como per segnalare che, con la fucilazione di Benito Mussolini, era terminata una dittatura insensata e crudele per il popolo italiano ad opera della Resistenza.

Se qualcuno non tollera la verità e non rispetta la libertà di opinione, sappia che l’ANPI non rinuncerà mai a far valere il suo diritto di espressione, sostenuta dalla maggioranza dei cittadini.

Una denuncia del vile gesto è già stata inoltrata all’Autorità di Pubblica Sicurezza.

Per l’ANPI provinciale di Como
il presidente
Guglielmo Invernizzi

Ce l’aspettavamo. Il nuovo gesto audace dei soliti idioti che agiscono nottetempo, quando non c’è il calcio in TV.
Questa volta la bella pensata è stata di far sparire la targa messa sabato 6 ottobre a Giulino di Mezzegra.

La targa recita:
“QUI, ALLE ORE 16,10 DEL 28 APRILE 1945, SU DECRETO DEL C.L.N.A.I., FU ESEGUITA LA CONDANNA A MORTE DI BENITO MUSSOLINI.
LA RESISTENZA ITALIANA POSE COSI’ FINE AL REGIME FASCISTA”

L’ennesima provocazione non è stata rivendicata, segno che anche gli autori del gesto non hanno trovato motivazioni politiche, oltre alla meschinità di chi, non avendo argomenti, si limita a fare dispetti.

Stupisce, in verità, che nel riportare la notizia dello scoprimento della targa a Giulino, moltissimi giornali nazionali abbiano dimenticato la frase ” su sentenza del CLNAI", un piccolo inciso, ma di grande importanza, che non portava via certo spazio all’articolo. Noi non sappiamo se l’omissione sia stata intenzionale, o se, più probabilmente, l’importanza del fatto storico sua sfuggita ai giornalisti frettolosi.

Riportiamo qui sotto il documento rilasciato dall’Istituto di Storia Contemporanea P. A. Perretta, quando ancora di chiamava Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione, il 25 settembre 1995.

ISTITUTO COMASCO PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE

L’Istituto Comasco per la Storia del Movimento di Liberazione,
alla luce delle più recenti interpretazioni e valutazioni date da varie fonti sulla pagina finale di Benito Mussolini e dei suoi gerarchi arrestati il 27 aprile 1945 fra Musso e Dongo, sul lago di Como, precisa:

L’esecuzione del Capo del Governo della Repubblica Sociale Italiana e del suo seguito decretata (in virtù del Decreto dell’Amministrazione della Giustizia del 25.4.1945 art.5)

la mattina del 26 aprile 1945 dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, delegato dal solo Governo legale italiano, formato da Luigi Longo ed Emilio Sereni per il P.C.I., Ferruccio Parri e Leo Valiani per il Partito d’Azione, Achille Marazza e Augusto De Gasperi per la Democrazia Cristiana, Giustino Arpesani e Filippo Jacini per il Partito Liberale, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini per il Partito Socialista, fu materialmente eseguita da una missione disposta a tale scopo.

Sulla piazza di Dongo, nella tarda mattinata del 28 aprile, arrivarono, al comando di Walter Audisio ( colonnello Valerio) e di Aldo Lampredi ( Guido), i partigiani dell’Oltrepo’ pavese che avevano ricevuto il compito di formare il plotone di esecuzione.

A Bonzanigo, in casa della famiglia De Maria, si recarono Walter Audisio, Aldo Lampredi e Michele Moretti ( Pietro), commissario politico della 52a Brigata Garibaldi “Luigi Clerici”, per prelevare Benito Mussolini, in forza del decreto di condanna emesso dal C.L.N.A.I.

Alle 16,10 il capo della Repubblica Sociale Italiana e Claretta Petacci che lo accompagnava, furono fucilati a Giulino di Mezzegra davanti al cancello di villa Belmonte.

Dopo le 17, sul lungolago di Dongo, il plotone di esecuzione, comandato da Alfredo Mordini (Riccardo), fucilò i gerarchi fascisti.

In serata, a missione compiuta, i corpi di tutti i giustiziati vennero trasportati a Milano e deposti più tardi in Piazzale Loreto, nel luogo dove il 10 agosto 1944 erano stati fucilati dalle Brigate Nere 15 fra antifascisti e partigiani.

L’istituto Comasco per la Storia del Movimento di Liberazione, nella ricorrenza del 50° anniversario della Liberazione, ritiene sia giunto il momento di ribadire questa verità storica incontrovertibile, l’unica basata su documenti originali e testimonianze raccolti nel corso della sua lunga attività scientifica.


Firmato:
Giusto Perretta ( Presidente), Luigi Carissimi- Priori (dal 30 aprile 1945 Commissario Capo dell’Ufficio Politico della Questura di Como), Mario Ferro ( che accompagnò Aldo Lampredi e Alfredo Mordini a Dongo), Franco Giannantoni, Ricciotti Lazzero, Marino Viganò (storici)

Como, 25 settembre 1995

  10.10.12 10:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Comunicati, Antifascismo, Resistenza, Comitati Provinciali, Sezioni, Novità, Memoria, Neofascismo, Cultura
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