Testata  

DAL 17/1 AL 14/2/2011 AL CIRCOLO ARCI MARTIRI DI TURRO, IN VIA ROVETTA 14 A MILANO "LA FORZA DELLA MEMORIA" IV° EDIZIONE

La serie di iniziative e il loro programma sono riportati nell’allegato.

Film/documentario “L’isola delle rose, la tragedia di un paradiso” di Rebecca Samonà, Italia, 2007, 54′.

Incinta della sua secondogenita, la regista Rebecca Samonà torna a Rodi con la madre Erminia, rodiota. Il documentario ripercorre, attraverso l’intreccio della “piccola storia” con la “grande storia”, la vicenda della comunità ebraica di Rodi che dall’8 settembre 1943 viene perseguitata dai nazisti e deportata ad Auschwitz. Una storia completamente inedita e sconosciuta.

Film/documentario “Bandite” di Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini, Italia 2009, 51’

Nel contesto della Resistenza italiana, il documentario indaga l’esperienza delle donne che dal ‘43 al ‘45 hanno combattuto nelle formazioni partigiane, rivoluzionando il loro ruolo tradizionale e divenendo protagoniste della storia. In un racconto corale, donne di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche, esprimono attraverso le interviste la consapevolezza di una lotta che va oltre la liberazione dal nazifascismo e che segna un momento decisivo nel percorso di emancipazione femminile. Il vissuto di queste donne ribelli si intreccia agli interventi delle storiche che ne sostengono la trama con le loro analisi e indagini di genere, alle pubblicazioni clandestine dell’epoca e alle immagini di repertorio, delineando così il contesto storico in cui quella lotta si è sviluppata e il riflesso di essa nel mondo attuale. Le partigiane hanno dato vita alla Repubblica, conquistato la cittadinanza, ma la piena uguaglianza, le pari opportunità, gli obiettivi da esse perseguiti si possono veramente ritenere raggiunti?

Aktion T4: lo sterminio dei disabili nel Terzo Reich

Scrive lo storico Saul Friedlander che “il regime nazista uccise con sistematicità tre gruppi di uomini: ebrei, zingari e handicappati” (“La Germania nazista e gli ebrei”, I vol., Garzanti 2004).

Nell’ambito delle tematiche legate al Giorno della Memoria non c’è dubbio che lo sterminio dei disabili e dei malati mentali nel Terzo Reich (tedeschi, austriaci ma anche polacchi, sovietici, jugoslavi…) sia il meno conosciuto rispetto al genocidio ebraico e allo sterminio dei Sinti e Rom.

Lo sterminio degli ebrei d’Europa ha giustamente uno spazio di assoluta preminenza nella memoria d’Europa. Solo da pochi anni si è cominciato a parlare dello sterminio degli zingari d’Europa con buone ricerche storiografiche che però rimangono confinate a una cerchia di specialisti o di persone interessate a queste tematiche.

Eppure a chi scrive qualche volta è capitato di parlare in pubblico dello zigenuerlager di Auschwitz, ovvero della deportazione dei Sinti e Rom ad Auschwitz e della loro messa a morte (22.000 vittime). Molto raramente invece mi è capitato di leggere di incontri dedicati alla terza dimensione dei genocidi nazisti, ossia all’ ”Aktion T4”, nome in codice indicante il progetto di soppressione dei disabili e malati mentali nel Terzo Reich.

Appena arrivato al potere il nazismo non nascose la propria avversione verso i disabili tedeschi (quindi ariani) visti però come non persone la cui “vita non meritava di essere vissuta” (Lebensunwertes Leben).

Il risultato di questa prima campagna contro i disabili fu la sterilizzazione forzata di 300.000 – 400.000 persone, ossia lo 0,5 per cento della popolazione tedesca. Si trattava di malati mentali, epilettici, ciechi, sordi, persone con deformità fisiche, alcolisti recidivi. Tra di loro c’erano anche i “deboli di mente”, ossia persone che venivano selezionate dopo grossolani test d’intelligenza.

Fondamentale per capire quanto stava accedendo è l’ossessione per la purità della razza ariana nell’ideologia nazista, ossia la convizione che la razza ariana dovesse essere preservata a tutti i costi impedendo con la sterilizzazione di massa il presunto impoverimento genetico.

Ma il peggio doveva ancora a arrivare. Appena iniziata la guerra (settembre ’39) Hitler dette l’ordine ad alcune persone fidate della Cancelleria del Reich di procedere prima all’uccisone dei bambini in cura presso strutture pubbliche (i bambini furono uccisi con medicinali oppure lasciandoli morire di fame) e poi di procedere allo sterminio dei disabili (“Programma T4”) approfittando del fatto che l’attenzione dell’opinione pubblica era concentrata sulle vittorie in Polonia dell’esercito tedesco.

Dall’ottobre del ’39 fino all’agosto del ’41 furono gassate circa 80.000 persone in sei centri di “eutanasia” dislocati ai quattro angoli del Reich.

Nell’estate del ’41 ci fu una reazione dell’opinione pubblica tedesca, dei parenti delle vittime, delle autorità cattoliche e prudentemente lo sterminio con il gas fu interrotto. Ma Hitler aveva già ottenuto un risultato significativo in termini numerici sopprimendo decine di migliaia di “bocche inutili da sfamare”.

Lo sterminio dei disabili proseguì con la guerra e si allargò a tutte le aree dove le truppe tedesche arrivarono. In questa terza e ultima parte dello sterminio (“eutanasia selvaggia”) fu ucciso un numero ancora maggiore di persone rispetto alle vittime precedenti. (Giancarlo Restelli)

  17.01.11 20:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Spettacoli, Novità, Memoria
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