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ADDIO GIORGIO BOCCA: GIORNALISTA E PARTIGIANO

ADDIO GIORGIO BOCCA: GIORNALISTA E PARTIGIANO

“SEMPRE COERENTE CON LIBERTÀ E DEMOCRAZIA”

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano
” Figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia. Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile, Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro Paese e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività. Con sentimenti di riconoscenza per il suo vigoroso impegno partecipo al cordoglio della famiglia e del mondo dell’informazione”.

E’ morto oggi nella sua casa di Milano Giorgio Bocca. Il grande giornalista e scrittore era nato a Cuneo il 28 agosto del 1920. Partigiano con Giustizia e Libertà, nel dopoguerra giornalista d’inchiesta per l’Europeo e per Il Giorno, nel 1976 tra i fondatori di Repubblica.
Tra i grandi protagonisti del giornalismo italiano, Giorgio Bocca, scomparso oggi all’età di 91 anni, ha raccontato nei suoi articoli e nei suoi libri l’ultimo mezzo secolo di vita italiana con rigore analitico e passione civile, improntando sempre il suo stile alla sintesi e alla chiarezza.
Nato a Cuneo il 28 agosto del 1920, Bocca iniziò a scrivere gia a metà degli anni ‘30, su periodici locali e poi sul settimanale cuneese La Provincia Grande. Da giovane aderì alle organizzazioni fasciste. Durante la guerra si arruolò come allievo ufficiale alpino e dopo l’armistizio fu tra i fondatori delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.
Riprese allora l’attività giornalistica, scrivendo per il giornale di GL, poi lavorando per la Gazzetta del Popolo, per l’Europeo e per Il Giorno e segnalandosi per le grandi inchieste. Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano la Repubblica, con cui ha sempre continuato a collaborare. Al suo attivo, in una carriera cinquantennale, anche numerosi libri, che spaziano dall’attualità politica e dall’analisi socioeconomica all’approfondimento storico e storiografico, senza mai dimenticare la sua esperienza partigiana.
Tra le sue opere: Storia dell’Italia partigiana (1966); Storia dell’Italia nella guerra fascista (1969); Palmiro Togliatti (1973); La Repubblica di Mussolini (1977); Il terrorismo italiano 1970-78 (1978); Storia della Repubblica italiana - Dalla caduta del fascismo a oggi (1982); Il provinciale. Settant’anni di vita italiana (1992); L’inferno. Profondo sud, male oscuro (1993); Metropolis (1994); Piccolo Cesare (2002, dedicato al fenomeno Berlusconi, libro che segnò il passaggio di Bocca da Mondadori, suo editore da oltre dieci anni, a Feltrinelli); Le mie montagne (2006); E’ la stampa, bellezza (2008). Annus Horribilis, Milano, Feltrinelli (2010). Fratelli Coltelli (1948-2010 L’Italia che ho Conosciuto), Milano, Feltrinelli (2010). Nell’aprile 2008 Bocca ha vinto il premio Ilaria Alpi alla carriera.
da l’Unità Redazione online 25 dicembre 2011

Di seguito dichiarazioni rilasciate da:

Roberto Saviano: «Da lui ho capito che non bisognava mai lasciarsi ferire, né abbassare gli occhi: gli insulti sono spinte ad andare oltre, a entrare più in profondità nei problemi. La mia strada per l’inferno l’ha indicata lui, Gomorra si è nutrito della sua lezione»

Oliviero Diliberto: «Spietato commentatore della nostra Italia, coerente fino all’ostinazione è stato un autentico e rigoroso interprete dei valori costituzionali. Negli ultimi 20 anni è stato uno dei protagonisti delle battaglie contro il degrado culturale nel quale il nostro Paese è sprofondato».

Piero Fassino (sindaco di Torino): «Un uomo che ha creduto profondamente nei valori di libertà, democrazia, giustizia legalità e ha speso le migliori energie della sua lunga esistenza per affermarli, ispirando ogni giorno la sua straordinaria passione di giornalista e di scrittore a rigore etico, senso dello Stato, spirito repubblicano»

Fabrizio Cicchitto (presidente dei deputati del Pdl): «Non possiamo dimenticare due cose di Giorgio Bocca: i suoi servizi giornalistici negli anni ‘60-’70, fondati sull’analisi delle nuove realtà economiche e sociali del Paese e il suo libro su Palmiro Togliatti che mandò in crisi tutta la ageografia messa in piedi dal Pci. Purtroppo da diversi anni a questa arte Giorgio Bocca non ha fatto altro che riscrivere lo stesso articolo di condanna dell’Italia degenerata della quale Berlusconi era insieme il protagonista e il principale colpevole».

Carlo De Benedetti (editore di Repubblica e de L’Espresso): «Una persona che ho molto ammirato, soprattutto per la sua coerenza e per la cocciutaggine piemontese con cui, da grande giornalista, è sempre stato dalla parte di chi, per una ragione o per l’altra, godeva di meno privilegi e meno libertà»

Ezio Mauro (direttore Repubblica) «Giorgio Bocca era un grande amico, un uomo di Repubblica ma anche un personaggio appassionato della storia repubblicana incompiuta del nostro Paese. E proprio le vicende di questi giorni ci fanno dire quanto ancora ce ne sarebbe bisogno».

Emilio Fede (giornalista): «Un grande amico, con il quale ho vissuto l’inizio della mia avventura giornalistica alla Gazzetta del Popolo di Torino. Ci facevamo compagnia, la notte, dopo la chiusura del giornale. Con Ugo Ronfani, Adalberto Minucci, Diego e Pierino Novelli, andavamo alla stazione di Porta Nuova, a Torino, per mangiare pane e mortadella alle bancarelle dove approdavano i nottambuli. Poi, insieme al mio inizio con le reti Mediaset. Insieme quella notte della Guerra del Golfo. Lo leggevo nei suoi editoriali su L’Espresso. Non importa quello che era da condividere e quello no. Ciao Giorgio. Molti ti ricordano e ti ricorderanno. Anche Berlusconi che qui ti aveva chiamato come voce libera».

da Corriere della Sera - Redazione online 25 dicembre 2011 © RIPRODUZIONE RISERVATA

da la Repubblica
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/12/25/news/morte_giorgio_bocca-27198140/

  25.12.11 09:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Antifascismo, Resistenza, Libri, Novità, Memoria, Cultura
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