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RENATO LORI, C’ERA UN RAGAZZO….UN PARTIGIANO 1943-1945

RENATO LORI, C’ERA UN RAGAZZO….UN PARTIGIANO 1943-1945

“E’ necessario ricordare la storia vissuta soprattutto in questo momento in cui è in atto un’offensiva volta a negare il movimento resistenziale come base della nostra democrazia”. Questa la motivazione principale che ha portato l’autore a pubblicare la sua testimonianza nel 2005, senza pretese storicistiche o letterarie, assieme all’esigenza di conservare momenti importanti della storia di un territorio, la storia di tanti ragazzi delle valli del Parma e del Baganza, del Cedra e dell’Enza, di Langhirano e di Felino che hanno combattuto per la libertà.
Testimonianza di vita partigiana e insieme racconto di una esperienza esaltante e drammatica. Storia autobiografica, quasi racconto di formazione. C’è un narratore senza nome che, testimone, lascia parlare i fatti, i luoghi, i personaggi e le sensazioni. L’adulto che scrive la storia naturalmente un nome ce l’ha: è Renato Lori, il partigiano “Crik”.
Il ragazzo è arruolato negli alpini, insieme ad altri coetanei, e spedito a Gemona nel Friuli. Affiorano alla memoria, lontano da casa, le figure legate all’infanzia come il padre serio e chiuso e il nonno orgoglioso, sarcastico e polemico, ma anche i luoghi della realtà contadina.
E poi, il dopo 8 settembre, il ritorno a casa assieme a cinque compagni, evitando presidi tedeschi e incontrando la solidarietà della gente, l’estremo pericolo e l’orrore negli occhi di ragazzi come lui, stipati in vagoni bestiame diretti ai campi di concentramento, che chiedono aiuto e acqua. E l’effettivo ritorno, e il suo stato di renitente, e l’arresto dei genitori che non gli lascia alternative. Viene spedito nella zona del lago Trasimeno a riempire crateri aperti lungo la ferrovia dai bombardamenti alleati. La fuga e un altro ritorno a casa. Raggiunge in montagna, assieme all’amico Marco, i “ribelli” della banda di “Afro”. Da questo momento è racconto di vita partigiana, di amicizia, di coraggio e speranza, di iniziazione all’uso delle armi, di distribuzione del rancio, di pidocchi, del formarsi di una prima coscienza politica. Si mangia e si dorme quando si può, le armi sono poche, le munizioni scarse, poco l’ordine e la disciplina…
Lo sparuto gruppetto di renitenti e sbandati diventa in pochi mesi una formazione di circa sessanta uomini con provate capacità di combattimento.
Racconto di azioni. L’assalto alla scuola di San Michele con la tragica morte di Marco, i rastrellamenti del luglio e del novembre del ’44, la battaglia di Langhirano, il processo e la fucilazione di “Juan”, lo scontro drammatico con i “Mongoli” nel febbraio del ’45, la conquista di Ciano d’Enza con la morte eroica di “Fulmine e Stalin” e l’ultima azione armata alle porte di Parma ormai liberata.

Lori contribuisce con questo libro a consegnarci una guerra partigiana meno fantastica sì, ma più umana, più tragica, più vera.
clf

  06.01.12 09:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Antifascismo, Resistenza, Libri, Sezioni, Novità, Memoria, Pubblicazioni, Cultura
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