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ADDIO A DON LUISITO PRETE DELLA RESISTENZA

ADDIO A DON LUISITO PRETE DELLA RESISTENZA

a fine articolo l’intervento del prof. Vittorio Bellavite ai funerali di don Luisito Bianchi

È scomparso ad 84 anni Don Luisito Bianchi, scrittore, prete-operaio e molto altro ancora, autore del magnifico libro sulla Resistenza dal titolo “La messa dell’uomo disarmato".
L’autore della “Messa dell’uomo disarmato” è morto a 84 anni. I funerali sabato 7 nella sua Viboldone.

«Il monastero di Viboldone è come una luce, ma il mio ascolto è stato preparato durante gli anni di fabbrica, con il vociferare dei motori. È in mezzo al rumore che ho ricevuto il dono del silenzio»

Don Luisito Bianchi, per molti anni cappellano del monastero benedettino guidato da madre Ignazia Angelini, aveva il fare del monaco anche se era rimasto sempre prete diocesano. È morto ieri, all’età di 84 anni dopo anni di sofferta malattia. Insegnante e traduttore, prete-operaio e inserviente d’ospedale, è noto soprattutto per il suo libro “La messa dell’uomo disarmato", romanzo cristiano sulla Resistenza e per le sue prese di posizione per una Chiesa povera accanto ai poveri.

Finché le forze glielo hanno consentito ha sempre fatto la spola tra il monastero, cuore della diocesi ambrosiana, e la città perché,diceva, «c’è sempre una tentazione: quella di confinare la preghiera, la fede, il silenzio, il dono gratuito di Dio, all’interno di una istituzione. Il silenzio non è patrimonio dei monasteri, è una grazia. Ed è grazia quando si vive in un monastero, quando si lavora, quando si è a casa propria. Anche per rendere evidente questo non confinarsi in una struttura, da anni, io trascorro una settimana qui e una nella mia città. Da quando ho avuto un piccolo incidente mi sono dovuto fermare qui, ma al più presto spero di poter riprendere il mio andirivieni. Non dobbiamo cedere alla tentazione dei discepoli che chiedono al Signore “facciamo tre tende"».

I funerali si svolgeranno sabato alle 11.30 presso l’abbazia di Viboldone a San Giuliano milanese.

Articolo pubblicato sul sito web “famigliaCristiana.it” in data 06 Gennaio 2012

Di seguito un ricordo di Antonio Corbeletti (Presidente (ANPI Voghera) dell’incontro con Don Luisito Bianchi, avvenuto a Voghera nel Giugno del 2010.

INTERVENTO DEL PROF. VITTORIO BELLAVITE AI FUNERALI DI DON LUISITO BIANCHI
Le mie due parole sono dette anche a nome dei vecchi amici delle ACLI , in particolare di quelli degli anni sessanta, ‘65-‘68 per la precisione, che parteciparono al gruppo di impegno ecclesiale Ora Sesta, di cui don Luisito fu l’animatore (e l’autore delle canzoni che abbiamo rieditato in occasione dei suoi ottanta anni). Fu quello un periodo determinante nella vita di Luisito . Era assistente dell’ufficio centrale formazione delle ACLI, lo lasciò per il lavoro in fabbrica alla Montedison di Spinetta Marengo, ai forni del biossido di titanio. Rifiutò contemporaneamente le strutture del sistema ecclesiastico, quelle, per capirci, dei Concordati, dell’ottopermille, dell’alleanza col potere. A quel rifiuto fu poi sempre coerente

Questa decisione gli permise di riprendere orientamenti e amicizie di prima.

Anzitutto il rapporto con questo monastero, coltivato dai tempi della Madre Marchi, dove sta la sorella Mirella-Margherita, dove visse la madre malata e lui stesso fino ad oggi. Poi la sua attività di traduttore ma soprattutto di scrittore. Al centro di quest’ultima due tematiche su tutte, la gratuità dell’annuncio della Parola e la Resistenza. Sulla gratuità Luisito ha scritto molti testi, sia ispirati che molto documentati su questa questione nella storia della Chiesa, soffrendo, quasi fisicamente, quando il patrimonium pauperum (tutti i beni della Chiesa amministrati per l’aiuto ai poveri) fu sottratto, negli anni ottanta del secolo scorso, alla sua antichissima destinazione.

Con l’epopea della Resistenza egli riteneva di avere un grande debito, quello di non avervi partecipato direttamente (anche se il 25 aprile non aveva ancora diciotto anni). Si sdebitò scrivendo un romanzo, “La messa dell’uomo disarmato”, che rimarrà come di gran lunga il più importante testo cristiano sulla lotta di Liberazione, che viene interpretata come un progressivo e faticoso disvelamento della Parola. Questi contenuti sono stati esposti con la vena del grande narratore che descrive in modo magistrale la natura e costruisce grandi personaggi.

Mi ha scritto ieri sera Vito Mancuso: “Ho letto “La messa dell’uomo disarmato”, e posso dire che ho pianto, tanto sono stato toccato dalla profondità con cui il dramma della vita è stato portato alla scrittura” Userò ancora queste belle parole di un noto storico “laico”, Mimmo Franzinelli, “La messa dell’uomo disarmato …sviluppa le tematiche della dignità e della solidarietà, del riscatto individuale e collettivo che non necessariamente dipendono dall’ardore militare. Anzi: la violenza, sebbene imposta dall’occupazione straniera e dalla pressione del collaborazionismo fascista, pone seri problemi morali, giustificandosi soltanto come dolorosa difesa della comunità, investita dalla tempesta bellica e lacerata dalla guerra civile.”

Allora “il sangue gratuitamente sparso” nella Resistenza (per usare una sua espressione) per una società nuova, che fosse di parte rossa o di parte bianca, si intreccia con la gratuità dell’annuncio evangelico e costituiscono l’unicum del messaggio che don Luisito ha lasciato alla nostra Chiesa, a tutte le Chiese, alle altre religioni e a tutta la nostra società.

Ciao Luisito.

  07.01.12 09:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Antifascismo, Resistenza, Libri, Resistenza, Novità, Memoria, Cultura
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