10 MAGGIO 2012 - GIORNATA CONTRO LA PRECARIETA’
GIORNALISTI FREELANCE E PRECARI ITALIANI:
ADESIONE ALLA GIORNATA CONTRO LA PRECARIETA’: 10 MAGGIO 2012
Aderiamo senza se e senza ma alla giornata nazionale di mobilitazione indetta dalla CGIL contro la precarietà. E apprezziamo la scelta del termine “precarietà”, perché a differenza di “precariato” non è un riferimento tecnico–sindacale, ma comunica le incertezze e le difficoltà quotidiane di chi vive questa dura realtà sulla propria pelle.
Fra i precari ci sono anche i giornalisti, sia quelli “tecnicamente precari” (i contrattualizzati a termine), sia quelli che con o senza partita IVA sono stati indotti a esercitare la professione in modo autonomo. Anche chi l’ha fatto per scelta, a suo tempo, oggi vive nella precarietà, perché non è protetto da un buon contratto ed è in balia del mercato. E un mercato senza regole – specie in un momento di grave crisi economica - è una giungla dove vige solo la legge del più forte.
Questa parte precaria della professione giornalistica costituisce ormai circa la metà della nostra categoria. Sarebbe bene tenerlo presente, quando si parla dei “giornalisti” e della loro “casta”. Sono in maggioranza non contrattualizzati, o con contratto precario, i giornalisti che scrivono le cronache dei quotidiani, che accorrono alle conferenze stampa, che lavorano con le telecamere, che riempiono di contenuti i siti e la rete. Tantissimi giovani e tanti meno giovani.
Combattere la precarietà non significa necessariamente battersi “per il posto fisso”. Significa battersi per la dignità: dei compensi, del lavoro, delle condizioni e delle prospettive di vita.
E significa, per quanto ci riguarda, battersi per la libertà dell’informazione, perché un’informazione precaria non è l’informazione libera a cui i cittadini hanno diritto, sancita dalla Costituzione.
L’approvazione della legge sull’equo compenso per il lavoro giornalistico autonomo, certezza e tempi congrui di pagamento, welfare e ammortizzatori sociali a garanzia di tutti: questi sono gli obiettivi principali e minimi per i quali ci battiamo.
La precarietà si fa sempre più “sistema strutturale” del mondo del lavoro, in una sorta di drammatico ritorno a un passato remoto con poche regole e tanto sfruttamento. In Italia e in Europa, occorre favorire il confronto e il coordinamento fra tutte le istituzioni, associazioni, e forze sociali impegnate a invertire la tendenza. La massima attenzione va posta proprio alle condizioni contrattuali, legislative e di welfare a tutela di precari, lavoratori autonomi e di altre categorie professionali intellettuali e non solo.
Per tutti questi obiettivi ci battiamo, e queste sono le ragioni che oggi ci fanno sentire parte di questa giornata di lotta.