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SESTO SAN GIOVANNI, “SCIOPERI MARZO 1943”

Ricordiamo e onoriamo tutti coloro che con il loro sacrificio contribuirono a ridare dignità al nostro Paese, liberandolo dal nazifascismo.

Alla vigilia dei grandi scioperi del marzo 1943, l’Italia era costretta, dopo un ventennio di regime totalitario, a subire fin dal giugno 1940 una guerra ingiusta che la dissanguava.
Per sostenere questa guerra, il governo fascista sottraeva al Paese ogni mese miliardi e miliardi di lire, nel contempo nei vari fronti di guerra dall’Africa alla Grecia alla Russia morivano decine di migliaia di soldati, causando gravi lutti nelle famiglie italiane.

Gli scioperi dunque scaturivano da una situazione sempre più insopportabile: ritmi di lavoro pesantissimi, bassi salari, mancanza di generi alimentari (quelli acquistati con la tessera non raggiungevano il minimo vitale, mentre quelli al mercato nero avevano costi altissimi.)
Insieme alle rivendicazioni economiche c’era anche la forte richiesta di far cessare la guerra.

In quei mesi, in pieno regime fascista, furono numerose le agitazioni e gli scioperi in tutto il Paese, nelle fabbriche torinesi, in particolare alla Fiat, e in Lombardia.

A Sesto San Giovanni il 22 marzo nei reparti bulloneria tubi e lamiere della Falck Concordia, gli operai scioperarono. I gerarchi fascisti della Muti arrestarono 8 operai, tra cui Luciano Migliorini, fucilato dai fascisti insieme a Pantaleo De Candia, operaio della Breda, il 28 giugno ’44 davanti al circolo cooperativo S. Giorgio al villaggio Falck. Altri scioperi ci furono in alcune sezioni della Breda e in altre fabbriche sestesi.

Alla Ercole Marelli alle 10 del 23 marzo, al suono della sirena, scesero in sciopero tutti i mille lavoratori. Nella notte del 24 marzo vennero arrestati nella loro casa dai fascisti Giulio Casiraghi e l’ingegnere Umberto Fogagnolo, che saranno insieme anche nella morte, fucilati a piazzale Loreto.

Con gli scioperi di marzo il regime fascista era consapevole della sua crisi che culminò il 25 luglio 1943 con la caduta di Mussolini e l’armistizio dell’8 settembre. Ma la guerra non era ancora finita come si credeva, passeranno

purtroppo ancora due anni di dura lotta clandestina con decine di migliaia di partigiani, cui si unirono soldati e ufficiali che si rifiutarono di aderire alla repubblica nazifascista di Salò e cittadini che, con il loro contributo e i loro sacrifici, liberarono il nostro Paese dall’ occupazione nazifascista e dalla vergogna di un regime totalitario che portò l’Italia al disastro, provocando miseria, sofferenze, atroci torture e lutti.

Tutte le iniziative del mese di marzo 2013.

  24.03.13 09:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Comunicati, Antifascismo, Resistenza, Sezioni, Novità, Memoria, Scioperi Marzo 1943-44, Cultura
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