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VALTELLINA E VALCHIAVENNA DAL FASCISMO ALLA DEMOCRAZIA

VALTELLINA E VALCHIAVENNA DAL FASCISMO ALLA DEMOCRAZIA

L’A.N.P.I. - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e ISSREC - Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’EContemporanea, presentano il volume “VALTELLINA E VALCHIAVENNA DAL FASCISMO ALLA DEMOCRAZIA” edizioni Polaris.

Le pagine di: Barbara Baldini - Enrico Brivio - Sergio Caivano - Nella Credaro Porta - Bianca Ceresara Declich - Lori Fabbri - Ivan Fassin - Fausta Messa - Pier Luigi Zenoni, presentano “tredici lezioni” con le vicende via via susseguitesi nell’area della Valtellina e della Valchiavenna durante il periodo  compreso “dal fascismo alla democrazia".

 

Presentazione

Mai come oggi esiste, e persiste, un dibattito (talvolta anche noioso e stucchevole) fra quanti sostengono l’esigenza preliminare di conoscere la storia “dal basso” e quanti, invece, contestano, o addirittura respingono, ogni forma di micro-storia, convinti che fondamentale è solo la grande storia, quella che ci aiuta - o almeno, crede di riuscire - a seguire il cammino di popoli e paesi del nostro continente, o addirittura del mondo intero. Qui, in queste pagine, per nostra fortuna, manca persino l’eco più flebile di simili discussioni, che risultano il più delle volte ben poco proficue a chi vuole sapere quanto è davvero accaduto.

Ecco perché uno dei meriti maggiori di questo volume a più voci (che raccoglie i testi di altrettante lezioni di un corso, promosso dall’ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e assecondato dall’ISSREC - Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’ Età Contemporanea, che ha dato il proprio consenso e la successiva partecipazione) traspare subito anche attraverso la semplice, eppure eloquente, lettura dell’indice-sommario, in grado di porre in luce quanto ogni autore abbia saputo alternare - e insieme, integrare (come indica lo stesso titolo) le vicende via via susseguitesi nell’area della Valtellina e della Valchiavenna durante l’arco compreso “dal fascismo alla democrazia", con quanto - pur sinteticamente riproposto - è andato svolgendosi nel più ampio contesto dell’intero Paese Italia.

Ne danno subito un’efficace conferma le pagine di Fausta Messa, di Sergio Caivano, di Bianca Ceresara Declich, di Ivan Fassin e di Enrico Giuseppe Brivio, che permettono - soprattutto per i più giovani - di seguire con chiarezza e precisione quali sono stati i momenti-chiave, che dalla nascita della dittatura giungono fino ai giorni nostri: ossia fino a quel “bivio” inquietante, che tuttora condiziona il nostro fragile e incerto futuro prossimo venturo, con un’Europa sempre più indecisa fra l’esigenza di un’effettiva “integrazione” e il rischio di un pericoloso “crollo".

E dunque, se anche chi non ha potuto seguire quelle lezioni, adesso legge (che vuole dire, almeno in parte, rivivere) i singoli capitoli che questo libro dedica, magari a grandi linee, specificamente alle nostre zone, sono convinto che riuscirà a meglio seguire - e soprattutto a capire - quanto è andato accadendo proprio nell’area valtellinese e chiavennasca, fin dai tormentati anni ‘20 del ‘900. Basta citare anche soltanto qualcuno dei vari argomenti presi in esame, per rendersi conto dei molteplici fatti e misfatti che hanno contrassegnato i vari periodi di questa nostra storia locale.

 

Così, attraverso le pagine di Barbara Baldini, di Nella Credaro Porta, di Pierluigi Zenoni, insieme agli ulteriori contributi che portano la firma di Fausta Messa e di Bianca Ceresara Declich, possiamo idealmente “immergerci” nelle vicende che - tanto in Valtellina, quanto in Valchiavenna - hanno accompagnato alcuni decenni, non privi di episodi dolorosi, come emerge, per esempio, dalle pagine su “il dramma della guerra nelle nostre valli", dove opportunamente si sofferma Nella Credaro, così da ricordarci le conseguenze inquietanti delle ristrettezze alimentari che colpivano ogni famiglia, obbligando al recupero dei “cibi antichi” (in primis la polenta nelle diverse “versioni” !) o addirittura all’indispensabile “utilizzo delle piante spontanee e delle castagne". Senza dimenticare le famigerate “tessere annonarie"…

A propria volta, le pagine dove Fausta Messa porta alla nostra attenzione il tema dei rastrellamenti e delle rappresaglie nazi-fasciste in provincia di Sondrio, sono da leggere non fosse altro che per l’opportuno “recupero” di quelli che definisce “episodi della violenza fascista rimasti nella memoria collettiva". Come nel caso del piccolo villaggio di Buglio in Monte, dove nel giugno del 1944 era stata proclamata la “libera repubblica", ma di lì a poco si era scatenata una vergognosa rappresaglia, responsabile di molti eccidi, di cui si ricordano non pochi nomi. E neppure vanno dimenticate le uccisioni - anzi, le “morti assurde” - di Edoardo Alessi e di Cesare Cometti. Così come c’è ancora parecchio da imparare dalle pagine che ripropongono uno dei fenomeni più squallidi della politica fascista: cioè la legislazione anti-ebraica e la conseguente persecuzione contro gli ebrei, che non tralasciò di fare vittime anche in Valtellina.

Non basta. C’è un ultimo intervento di carattere metodologico, che porta la firma di Lory Fabbri, e spiega non solo com’è nata la meritoria iniziativa di questa serie di lezioni, svoltesi a Sondrio e dedicate espressamente agli studenti dell’ultimo anno di liceo o istituto, ma illustra altresì i risultati di un apposito “questionario finale", che è stato distribuito ai partecipanti, con il proposito di riuscire così a rilevare l’effettivo indice di gradimento, espresso da ciascuno.

 

Le conclusioni saprà trarle ogni lettore. Da parte mia mi limito a aggiungere che non credo affatto - come sosteneva Goethe in una delle sue “Massime e riflessioni” - che “scrivere la storia è un modo di sbarazzarsi del passato". Anzi, dopo aver letto le pagine che seguono, rimango molto più convinto di un giudizio espresso dal giovane Piero Gobetti a proposito di “Coscienza liberale e classe operaia", pronto a ribadire che “la storia insegna la fecondità del sacrificio, celebra il trionfo della spiritualità, si serve di tutti gli egoismi per affermare una integrità sociale".

Arturo Colombo

Professore emerito dell’Università di Pavia

settembre 2013

 

  30.12.13 19:00:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Attività in Lombardia, Commenti e dibattiti, Antifascismo, Resistenza, Comitati Provinciali, Sezioni, Novità, Memoria, Pubblicazioni, Cultura
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