Testata  

PIERO CALAMANDREI E LA COSTITUZIONE

Riflessioni su uno dei Grandi Padri della Patria e sui Principi Fondamentali della Repubblica Italiana.

VENERDI’ 21 FEBBRAIO 2014 alle ore 21.00 IN SALA MOSTRE DEL PALAZZO COMUNALE, PIAZZA BIRAGHI,30 BOVISIO MASCIAGO

SABATO 22 FEBBRAIO 2014 alle ore 20.30 presso LA SALA CONGRESSI di VILLA CAMPERIO, VIA CONFALONIERI, 55 VILLASANTA

 

ALL’INCONTRO PUBBLICO INTERVERRANNO:

  • SILVIA CALAMANDREI,NIPOTE DEL PADRE COSTITUENTE - PRESIDENTE ARCHIVIO BIBLIOTECA PIERO CALAMANDREI;
  • GIOVANNI MISSAGLIA, INSEGNANTE, AUTORE DI TESTI SUL DIRITTO COSTITUZIONALE
  • LORIS MACONI,PRESIDENTE PROVINCIALE A.N.P.I. MONZA BRIANZA.

 

Piero Calamandrei, di antica famiglia di giuristi, laureato a Pisa nel 1912. L’avvento del fascismo lo portò ad impegnarsi contro la dittatura. Fondò il Circolo di Cultura di Firenze che, nel 1924, dopo essere stato devastato dagli squadristi, fu definitivamente chiuso per ordine prefettizio. La violenza fascista non spaventò il professore. Quando nel 1943 gli fu chiesto di sottoscrivere una lettera di sottomissione a Mussolini, preferì dimettersi dall’incarico universitario, che avrebbe ufficialmente ripreso, come rettore, alla caduta del fascismo. L’atteggiamento dell’eminente studioso, com’ebbe a scrivere Norberto Bobbio, “fu di solitario disdegno…", poiché “…verso i padroni e i loro servitori, non si saprebbe dire quale dei due detestasse di più". Calamandrei, inseguito da un mandato di cattura, si rifugiò in Umbria. Di qui seguì la nascita e l’espansione del movimento partigiano, mantenendo contatti e collaborando con la Resistenza, nella quale fu particolarmente attivo il figlio Franco. Dopo la Liberazione, Piero Calamandrei fu nominato membro della Consulta nazionale e dell’Assemblea Costituente in rappresentanza del Partito d’Azione. Nel 1953, contrario alla “legge truffa", sostenuta anche dai socialdemocratici, con l’amico Ferruccio Parri, prese parte alla fondazione di “Unità Popolare", che contribuì ad impedirne l’approvazione. Numerose sono le sue pubblicazioni come giurista, politico e letterato. Memorabile per efficacia, l’epigrafe da lui dettata per la Lapide ad ignominia, che il Comune di Cuneo ha dedicato al generale nazista, criminale di guerra, Albert Kesselring “Lo avrai, camerata Kesselring…” (tratto dalla biografia di Calamandrei pubblicata sul

sito nazionale www.anpi.it ).

 

La Costituzione Italiana è definita da molti la più bella Costituzione del mondo. È l’eredità lasciata a tutti noi dalla Resistenza, dalle migliaia di italiani/e che hanno sacrificato la propria vita per affermare i valori e gli ideali poi trascritti sulla Carta.

In questi anni ci sono stati da parte dei partiti politici (e ci sono ancora) diverse proposte e tentativi di modifica, che, in gran parte non ci convincono, perché stravolgenti dei valori e gli ideali in essa affermati.

Siamo convinti invece che occorra riprendere il cammino per la completa applicazione dei princìpi costituzionali nella vita e nella legislazione del nostro Paese.

Proponiamo questo momento di riflessione sulla Carta Costituzionale partendo dallo sguardo sulla personalità di uno degli Autori, attraverso il racconto di sua nipote Silvia, Presidente dell’Istituto Calamandrei che ne conserva e ne divulga la memoria.

La Costituzione lasciataci in eredità quasi settanta anni fa è ancora la via maestra per l’emancipazione del nostro paese.

 

  22.02.14 19:30:00 , a cura di Lombardia (contattaci), categorie: Attività in Lombardia, Commenti e dibattiti, Iniziative, Antifascismo, Resistenza, Sezioni, Costituzione, Novità, Cultura, 10 Febbraio / Giorno del ricordo
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