INCHIESTA SU UN GRUPPO NEOFASCISTA E 14 ARRESTI. ERA ORA
La notizia è che il Tribunale dell’Aquila ha scatenato un blitz con 14 arresti nel mondo di mezzo dell’eversione nera.
Vien da dire: era ora che lo Stato battesse un colpo per far capire che il fascismo è un capitolo chiuso della storia d’Italia.
E che gli sciagurati che continuano a coltivare quella lugubre nostalgia non sono soltanto fuori dalla storia, sono fuori soprattutto dalla legge della Repubblica italiana.
Sì, era ora che lo Stato si accorgesse che negli ultimi anni si erano intensificate le inquietanti presenze di gruppi e gruppuscoli che a quella triste e sconfitta ideologia si richiamavano. E che bisognava intervenire con determinazione.
Molte spiegazioni si possono dare a questo fenomeno.
Dalle incertezze di una crisi che è economica ma anche di valori, alla sfacciata ricerca di consensi di una destra che pur di raccogliere voti, in questi ultimi vent’anni ha sviluppato una strategia di attenzione e legittimazione verso le aree più impresentabili e compromesse del neofascismo nostrano.
Una strategia fatta di favori reciproci. Vedi, ad esempio, i rapporti tra la mafia capitolina e la vecchia Giunta del sindaco Alemanno che quegli ambienti ben conosceva per assidue frequentazioni personali.
Sul perchè di quella che talvolta ha il sapore di una incomprensibile rimozione collettiva è giusto discutere e riflettere: a cominciare dalle lacune didattiche di una scuola che spesso dimentica di insegnare che cos’è stato il fascismo, ossia che cosa è stato un ventennio di pensiero unico obbligatorio che ha portato a una guerra disastrosa con milioni di morti e distruzioni immani.
Ma una domanda rimane sempre sospesa: in questi anni lo Stato democratico nato come riscatto dal fascismo ha fatto abbastanza per bloccare le metastasi di un neo fascismo che con il razzismo e la xenofobia ha trovato nuovo velenoso nutrimento? La risposta, purtroppo, è no. E proprio per questo l’inchiesta della Procura dell’Aquila può essere il segnale di un cambio di passo. Che ogni democratico non può che salutare con soddisfazione.
Appunto, era ora.
Certo, nella speranza che l’epifania non faccia che tutte le feste porti via.
Mi. Urb.
SMURAGLIA: “IL VERO RISCHIO PER LA DEMOCRAZIA È LA POLITICA DI OGGI”
L’inchiesta del Tribunale dell’Aquila e i 14 arresti tra le frange dell’estremismo nero sono un dato preoccupante che deve invitare a una riflessione corale.
E, infatti, secondo il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, che pure non nasconde l’allarme, “il vero rischio per la democrazia è la politica di oggi. La crisi dei partiti, è terribile da dire, mi fa ancora più paura di un possibile attentato".
Per un approfondimento leggere l’intervista concessa da Smuraglia al giornalista Paolo Foschini del Corriere della Sera http://www.anpi.it/media/uploads/files/2014/12/corsera_20141223.jpg