COMMEMORAZIONE DI TERESIO OLIVELLI
TREMEZZO (CO).- Per iniziativa della parrocchia di Tremezzo e dell’ANPI, domenica 11 gennaio 2015 si terrà la commemorazione della Medaglia d’ Oro Teresio Olivelli, nel doppio anniversario della sua nascita ( 7 gennaio 1916) e della morte ( 17 gennaio 1945).
PROGRAMMA DELLA COMMEMORAZIONE:
Domenica 11 gennaio 2015: ritrovo alle 10.45 sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Lorenzo, a Tremezzo
ore 11.00, S.Messa, al termine recita della Preghiera per la Beatificazione; verrà quindi fatto brevemente il punto sull’iter della causa di beatificazione, tuttora al vaglio della Congregazione per le Cause dei Santi a Roma;
sarà particolarmente gradita la partecipazione degli Alpini con i labari e i loro canti di montagna;
quindi corteo in uscita dalla chiesa fino al vicino monumento a Olivelli, dove avrà luogo la commemorazione anche civile, con discorsi delle autorità comunali e delle rappresentanze militari, posa di corone, lettura della “Preghiera del Ribelle” composta da Olivelli durante la latitanza e benedizione da parte del parroco don Luca Giansante.
Giova ricordare che la cerimonia costituirà soltanto l’apertura di un anno di eventi per commemorare il giovane martire della carità , eventi in fase di definizione che comprenderanno ad esempio la ripulitura del monumento a lui dedicato, opera dell’accademico Cassina.
Analoghe iniziative sono già in corso nella Diocesi di Vigevano, di cui la famiglia era originaria e da cui ha avuto avvio circa trent’anni or sono la causa di beatificazione del giovane Teresio: nativo di Bellagio e nipote dell’allora arciprete di Tremezzo don Rocco Invernizzi, fu studente modello, grande sportivo, attivista convinto dell’Azione Cattolica, quindi volontario in Russia dove come ufficiale Alpino si adoperò per i compagni durante la disastrosa ritirata; al rientro in patria si unì alla Resistenza fondando tra l’altro il giornale clandestino “Il Ribelle", fino all’arresto, alla deportazione in Germania e alla tragica morte nel lager di Hersbruck, ammazzato di botte per i suoi continui interventi in aiuto e in difesa dei compagni di prigionia. Lo si ricorda anche come autore della Preghiera dell’Alpino e della Preghiera del Ribelle ("Signore facci liberi") adottata dalle formazioni partigiane.